Secondo lavoro per i belgi Billions of comrades, che si affidano allo stesso team dell’esordio “Grain” del 2013. Il quartetto si muove tra post punk e new wave, inserendo molte partiture sperimentali, frutto del suo modo di rielaborare questi due generi, negli anni 2000.
Difficilmente accostabili ad altri gruppi, l’unico brano che evoca paragono, in questo caso The Ex, è “Posse” per il modo in cui il gruppo si butta sulla sperimentazione jazz evolvendo verso un post punk assertivo.
In “Minor”, invece, sono presenti più registri stilistici e “Moak” è intriso di intrecci elettronici che portano i belgi ad esprimersi con l’alt-pop, elemento presente anche in “Sheval” dove sono presenti anche elementi di post-punk e di alt-punk, niente a che vedere con le tendenze prog di “Torche” che si scontrano con il p-funk.
https://www.facebook.com/billionsofcomrades/
autore: Vittorio Lannutti