Perseguire l’idea di una musica pop di qualità, che porti avanti una poetica precisa, ricercata, ma non per questo perda l’immediatezza, la capacità cioè di giungere a tutti, passando attraverso le radio ed essere canticchiata per strada, è l’ambizione di Sveglio Fantasma, terzo disco dei Piccoli Animali senza Espressione, quartetto di Livorno attivo da 8 anni che qui presenta 11 brani ricchi di armonie e suoni che creano atmofere suggestive, testi delicati con attenzione alla musicalità delle parole scelte in ritornelli – ‘Il Punto e la Linea’ – spesso molto potenti.
L’affrancamento dal contorno, dalla forma, dal limite, l’astrazione, la trascendenza, lo spazio cosmico come giusto paesaggio, sono temi portanti del disco che ritornano di continuo, e la sintesi perfetta di esso, che sembra ruotarvi intorno come ad un nucleo lirico e climatico, può essere considerata ‘Luminoso‘, canzone dedicata al pittore Vasilij Kandinskij, del cui slancio artistico vengono citati in un attento sviluppo narrativo gli elementi cardine: l’ambizione di una rappresentazione spirituale, interiore, attraverso l’immagine astratta, il significato metafisico del colore, e la sovrapposizione tra musica ed una nuova pittura; il brano vede ospite alla voce Nabil Salameh dei Radiodervish.
Il gruppo, formato da Edoardo Bacchelli (voce), Andrea Fusario (basso) e Filippo Trombi (chitarra) ed Annalisa Boccardi (testi), non rinuncia mai al ritmo ed utilizza suoni moderni, elettronici – ‘Il Punto e la Linea’, ‘Lupa’ col suo andamento Subsonica, ‘La Teoria delle Stringhe‘, canzone sull’oltrevita dalla deliziosa armonia nel ritornello, l’interludio ‘Luce Astrale‘ – inserendosi a pieno titolo, con Perturbazione e Virginiana Miller nel contesto del pop d’autore ambizioso, mantenendosi però connesso anche con la canzone d’autore italiana classica seppure naif, con sapori vari, orientali ad esempio in ‘Oltremare‘, che ci ha fatto pensare ad autori importanti degli anni 80 come Mango, Sergio Caputo, Matia Bazar, ed il mistero, che emerge nella più criptica ‘La mia Parte Lagunare’, in cui Venezia, se possibile, diventa un preciso stato d’animo. Tanta suggestione ed atmosfera nel brano intitolato ‘In Cammino‘, mentre ‘Tracce Separate‘ chiude il disco in maniera intima, in un’atmosfera vagamente jazz, per un disco in cui confidare per un pop diverso, artigianale ma al passo coi tempi e non omologato, di cui la musica italiana ha tanto bisogno.
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autore: Fausto Turi