I ciociari Mosquitos continuano per la loro strada con tanta umiltà, consapevoli del fatto che in Italia un gruppo che fa della musica di ottima qualità come loro, difficilmente sarà apprezzato dal grande pubblico. “Ventilator Blues” ha poche pretese, ma tanta voglia di comunicare e soprattutto condividere le malinconie che attanagliano il quintetto. Il titolo del quinto lavoro dei nostri non a caso comprende la parola blues, utilizzato proprio nella sua accezione di malinconia. Questo sentimento attraversa tutti nove brani, anche se non mancano dei momenti di buonumore. Il rock dei Mosquitos è sempre impregnato di quello che fu nella Los Angeles della seconda metà degli anni ’80 il paisley underground, ma con pochissimi riferimenti alla parte più scoppiettante, quella per intenderci più punk. Quando il ritmo incalza, non è mai cattivo, piuttosto trasuda ansia e voglia di scappare da quella condizione melanconica (“By the gun”), oppure quando accennano ad affilare le chitarre (“Sylvia”), il brano prenda una piega da ballata psycho-blues. Quando le chitarre vogliono provare a partire e ad essere libere (“There is a share”), corrono, ma lasciano sulla strada lacrime che non nascondono una profonda tristezza. Insomma in questo disco non si ascoltano le famose dodici battute, ma il blues è presente.
Autore: Vittorio Lannutti