La ragazza del Dorset è da anni che ha tentato di togliersi di dosso le vesti della ragazzaccia ed anche se i suoni sono apparentemente più mediati rispetto all’esordio o a “Rid of me”, in quest’ultimo lavoro non ci riesce ancora del tutto. Spesso emergono elementi di rabbia repressa. “Hh huh her” è attraversato trasversalmente da un linea di tensione che cova sotto la brace.
Sembra che PJ Harvey abbia avuto bisogno di rientrare in se stessa per purificarsi e per cercare quella catarsi che la liberasse dalle numerose crisi amorose che ha avuto recentemente, non è un caso dunque se per questo ultimo Cd l’ammaliante Polly ha fatto tutto da sola, chiedendo pochissimo aiuto ai suoi più fidati amici come il batterista dei Bad Seeds Rob Ellis.
Altro elemento fondamentale di “Hh huh her” è il blues minimale spesso sussurrato come nei frammenti di “The letter” o nel soffuso blues di “The end”, dedicata a Vincent Gallo. Da ottima performer di folk blues quale si sta rivelando sempre più le risultano congeniali le ballate di “Pocket knife” “The darker days of me & him”. Le inquietudini, invece, sono ben espresse nei fremiti di “Shame” e di “Cat on the wall”.
Autore: Vittorio Lannutti