Prendete posto alla guida della vostra immaginaria Thunderbird rosso fuoco, inserite nello stereo con il loud a palla questo Holding all the rose dei Blackberry Smoke, caricate – sempre nei sogni – una bella pupa bionda in shorts, qualche lattina gelata di Duff e lanciatevi a manetta lungo le mastodontiche highway americane aprendo la mente allo schiaffo della libertà.
E’ questo il vigore energetico del quintetto della Georgia, un trippy di classic rock’n’roll, southern, streetly sound, miraggi, tramonti, puzze di Bourbon e ombre di gasoline point sparse nella cinematica che passa davanti agli occhi una volta che il disco (12 tracks) innesta la sua marcia, la sua crociera, a cavallo tra orecchie sbavanti e voglie irrefrenabili di scappare da tutto e tutti.
Anche qui nulla di nuovo se si cerca il nuovo, ma solamente (si fa per dire) una scarica di adrenalina elettrica e ballate mozzafiato che gareggiano con “modelli” ben più blasonati, su tutti i Black Crowes, ma ad ogni modo un disco che ritempra un panorama che ogni tanto cade a ribasso, che lascia agire la sua verve tra castranti operazioni revivalistiche, un disco che rialza le quotazioni di un genere dalle – comunque- sette vite indiscutibili.
Tra le tante, Let me help you (Find the door), Rock and roll again, Wish in one hand e Payback’s a bitch procurano caldane a ripetizione, mentre Woman in the moon, Randolph country farewell, Lay it all on me e Fire in the hole baciano in fronte lasciando il segno di una America col fiore in bocca.
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autore: Max Sannella