E’ la romana Fiorella Mannoia a vincere il Premio Amnesty Italia 2012.
Con il brano dal titolo “Non e’ un film”, cantato insieme a rapper Frankie Hi-Nrg, la rossa cantante, da sempre impegnata, è la vincitrice della decima edizione del Premio Amnesty Italia, indetto nel 2003 dalla Sezione Italiana di Amnesty International e dall’Associazione culturale Voci per la Libertà per premiare il migliore brano sui diritti umani pubblicato nel corso dell’anno precedente.
Gli altri brani in concorso erano “Sono cool questi Rom” di Assalti frontali, “Un paese cortigiano” di Bandabardò, “L’impiccata” di Cesare Basile, “Non siete Stato voi” di Caparezza, “Brigantessa” di Teresa De Sio, “La donna di plastica” di Simona Molinari, “Fuori controllo” dei Negrita, “Crudo” di Susanna Parigi e “Io danzo” di Jovanotti.
Nelle scorse edizioni il premio era stato assegnato a “Il mio nemico” di Daniele Silvestri, “Pane e coraggio” di Ivano Fossati, “Ebano” dei Modena City Ramblers, “Rwanda” di Paola Turci, “Occhiali rotti” di Samuele Bersani, “Canenero” dei Subsonica, “Lettere di soldati” di Vinicio Capossela, “Mio zio” di Carmen Consoli e “Genova brucia” di Simone Cristicchi.
Fiorella Mannoia verrà premiata sul palco di Rosolina Mare (Rovigo) domenica 22 luglio nel corso della serata finale della XV edizione di Voci per la Libertà – Una Canzone per Amnesty, festival che inizierà il 19 luglio.
Questa la dichiarazione rilasciata dalla Mannoia:
“Ho sempre appoggiato le cause promosse da Amnesty International e ricevere questo premio mi onora. Quando ho contattato Frankie per questo mio ultimo progetto intitolato ‘Sud’ gli ho fatto una richiesta ben precisa, volevo toccasse il tema dell’immigrazione, ne parlammo e ci siamo scambiati le nostre idee. Concordavamo sul fatto che stiamo vivendo un momento storico molto delicato, in cui una parte del Paese, non tutto per fortuna, si lascia influenzare dal terrorismo delle parole (non meno pericoloso del terrorismo delle armi), di una parte della politica che per meri fini di propaganda elettorale usa gli immigrati, non avendo altri argomenti, per diffondere l’antico germe dell’odio razziale, mettendo in pratica l’antica tattica del ‘divide et impera’, dimenticando (o meglio, facendo finta di dimenticare) che tutto il benessere dell’occidente poggia sulle spalle di interi paesi del Sud del mondo, Africa in testa, saccheggiati da una politica predatoria della quale tutti i governi sono responsabili”.
Autore: red.
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