Sin dall’inizio si delinea la capacità del combo capitolino di eseguire un
nu-metal abbastanza ortodosso nell’equilibrare uno screaming rabbioso a
soluzioni molto melodiche. Del resto è la scuola che lo impone, con il suo
kornismo dilagante malcelato in lezioni di growling relapsiano. C’è anche
chi giura di aver intravisto un’ombra emocore, a voler svecchiare o
alleggerire un filone; ahimè, il gioco per sua stessa natura dura poco. E’
forse l’impietosa legge mediatica (o il suo contrario) a stabilire che
quando si definisce un genere esso sia già morto? Un vero peccato, perchè
l’ispirazione è tanta e si sente ed anche tecnicamente sembrano molto capaci
questi Faithleap. E pensare a tutta quella gentaccia che si affaccia dai nostri televisori…
Autore: A.Giulio Magliulo