C’è forza nella pioggia che bagna il bordo del lavandino
E le mie braccia tese, oggi
Non nelle colline, né nel cielo che tiene bassi gli uccelli
E ha i colori sbiaditi di una polaroid
Emanuel Carnevali, morto di fame nelle cucine d’America
Sfinito dalla stanchezza nelle sale da pranzo d’America
Scrivevi
E c’è forza nelle tue parole
E c’è forza nelle tue parole
Nelle “Stanze” dell’arte, Emidio Clementi, Egle Sommacal, Vittoria Burattini e Gabriele Ceci gettavano le basi di uno dei progetti più innovativi della musica italiana degli anni novanta. Era il 1993 quando i Massimo Volume (nella foto) pubblicavano il loro primo lavoro discografico. Erano i prodromi di un marchio di fabbrica che avrebbe lasciato un solco indelebile nella commistione tra musica indie e una testualità letterata sospesa tra la narrazione, il parlato e in (non) cantato ma detto. Due anni dopo, nel 1995, “Lungo i bordi” del vinile, i Massimo Volume si sarebbero definitivamente consacrati.
Sono passati da allora venticinque anni e “le cattive abitudini non cambiano”.
Prova ne è stato il giusto concerto tenutosi alla Casa della Musica di Napoli (organizzato dal Complesso Palapartenope e Rockalvi Festival con media partner Freakout Magazine).
La storica band, in formazione a quattro con Emidio Clementi alla voce e al basso, Egle Sommacal alle chitarre, Sara Ardizzoni alle chitarre e al basso e Vittoria Burattini alla batteria, ha, infatti, attestato con coerenza il loro esser fedeli alla linea, nella precipua vocazione per un alternative rock di contenuto, in cui i testi e il parlato – cantato di Clementi si sono liberati con tutta la loro consueta “forza” narrativa.
E così, se come in un’“ultima notte” il “tempo” di circa due ore “si è accorciato” ed è trascorso tra le mille “stanze” di canzoni, tra gli impianti di una fabbrica di acqua minerale persa al gioco …, i ritmi e le cadenze, negli intrecci di chitarre e delle linee di basso e batteria pulsanti e portanti, hanno segnato il passo ora di Fred ora di Emanuel Carnevali, ora di un qualche dio invocato …
Quello andato in scena sul palco della Casa della Musica di Napoli, è stato un concerto dal sapore antico, che ha riportato indietro gli ascoltatori di un quarto di secolo, quando la musica univa ai contenuti idee, messaggi e l’urgenza di comunicare.
In apertura si sono esibiti gli EPO.
Ciro Tuzzi alla voce e chitarra, Michele De Finis alla Chitarra, Mauro Rosati alle tastiere, Lorenzo Scaperotta al basso e Jonathan Maurano alla batteria hanno suonato come se fosse stata “‘a primma vota” un significativo estratto dal loro ultimo disco “Enea”.
Nella mezz’ora di musica proposta, il gruppo capitanato da Tuzzi si è mostrato una certezza nel rendimento live e, senza guardarsi indietro, “in ogni cosa” come una delle più fulgide e sincere realtà napoletane di rock tanto alternativo quanto pop-ular.
https://www.facebook.com/massimovolumeofficial/
https://www.facebook.com/epo.official/
autore: Marco Sica
foto: Klaus Bunker