“L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery
Casa Editrice: E/O
Anno pubblicazione: 2006
N. pagine: 384
Prezzo: € 18,00
In un elegante stabile di Parigi – al civico 7 di Rue Grenelle – vive e lavora come portinaia Renée Michel. Renée ricopre perfettamente il suo ruolo, non solo dal punto di vista professionale, ma anche (e soprattutto) dal punto di vista sociale. In poche parole, incarna lo stereotipo della portinaia: grassa, trasandata, teledipendente, perché è così che gli altri vogliono vederla. E’ questo che si aspettano da lei i condomini. Renée, però, nasconde a tutti la sua vera natura, ossia quella di persona altamente colta, appassionata di arte, di filosofia e di letteratura. Coltiva in gran segreto le sue passioni e preferisce limitarsi a condividerle solo con il suo gatto, che ha chiamato Lev in onore di Lev Tolstoj.
Ironia della sorte, nello stesso palazzo abita anche Paloma Josse, figlia di un ministro, anche lei oppressa dall’inconsistenza di certe persone, primi fra tutti i suoi familiari, dai quali non si sente capita fino in fondo, tanto che ha pianificato di suicidarsi il giorno del suo tredicesimo compleanno.
Per una serie di circostanze più o meno casuali, Renée e Paloma diventano amiche, scoprono l’una il segreto dell’altra e cominciano a svelare gradualmente la propria natura. La vera svolta, sia per l’una che per l’altra, arriva con il trasferimento in quello stesso stabile di Kakuro Ozu, un raffinato giapponese. Grazie alla tradizionale calma nipponica e alla sua profondità d’animo, Kakuro va a fondo nell’animo prima di Paloma (che abbandona il suo progetto suicida) e poi di Renée che, grazie a lui, comincia a risplendere di una luce nuova, persino agli occhi di coloro che non l’avevano mai considerata al di fuori della sua guardiola. Tutto lascerebbe presagire il più scontato degli epiloghi, ma l’autrice dà una grande sterzata sul finale, che lascia il lettore senza fiato e lo costringe a riflettere, ancora. Sì, perché questo è un romanzo che fa riflettere, che spinge a farsi mille domande e a non lasciarsi andare alla tentazione che tutto sia esattamente così come appare. Unica nota negativa è rappresentata da qualche disquisizione di carattere filosofico un po’ troppo lunga, che rischia di far calare l’attenzione e di scoraggiare i lettori meno pazienti.
A parte questo, è un romanzo molto ben costruito, i caratteri sono perfettamente bilanciati tra loro e l’ambientazione, per quanto ristretta (si svolge tutto nello stesso stabile di Rue Grenelle), dà il giusto respiro a tutte le situazioni. Lettura consigliata a chi ama le atmosfere parigine e le trame originali, ma non necessariamente goliardiche.
https://www.facebook.com/pages/Le-frasi-pi%C3%B9-belle-de-Leleganza-del-riccio/187792764584953
autore: Flavia Vitale