Avrei voglia di recensire questo lavoro usando solo una pletora di aggettivi, eliminando completamente la parte didascalica, tanto tense e profonde sono le inquietudini che provoca.
Cedo in parte alla tentazione : minimale, ieratico, nichilista, gentile, drammatico, elegante, metafisico, disperato. L’operazione portata a termine negli studi bolognesi Alpha dept da Giacomo Forenza è ineccepibile per la mirabile fusione/compenetrazione tra le asciutte interpretazioni vocali di Moltheni (questo è il suo terzo lavoro ) e l’essenzialità strumentale a corredo Due i protagonisti assoluti di Splendore Terrore; Moltheni, autore di testi e musiche, mette a fuoco una vena cantautorale scevra da qualsiasi enfasi o compiacimento, in splendido equilibrio tra modelli nazionali (Tenco, Endrigo, Battiato ) e stranieri (N. Drake) : la sua disincantata visione esistenziale emerge in Splendore Terrore, Fiori di carne, Suprema, Limite e perfezione attraverso una disperazione pacata, quasi gentile, sempre in bilico tra labile speranza ed estremo annullamento, vive di bellezza sfuggente in un alternarsi splendido di emotività controllata e silenzi/vuoti. Pietro Canali invece l’impagabile strumentista artefice di tanta compostezza estetica : le sue tante tastiere acustiche e vintage sono il perfetto alter-ego del microcosmo poetico di Moltheni, ne sottolineano incanti e cedimenti, soprassalti e abbandoni, s’incrociano senza accenno d’invadenza con chitarre acustiche ed elettriche. Struggente e seduttore il motivo conduttore dello strumentale ‘ Tutta la bellezza dell’istinto materno degli animali ‘ ma altrettanto abbagliante lo splendore acustico della chitarra in ‘ Bue ‘, che pare un outtake di Pink Moon . Suggestioni mistiche e metafisiche anche nell’altro strumentale “Tatàna”.
Splendore Terrore : il taccuino di un’anima che si specchia senza remore .
Autore: Pasquale Boffoli