Con la recensione di Shazam! Continua l’esperienza di Cinepost. Recensioni e resoconti dal mondo del cinema (ri)posati, lontani dalla logica dell’immanente, del “tutto e subito”, per lasciare spazio alla riflessione e all’approfondimento. Racconti dal cinema e per il cinema che rifuggono dalla mera promozione commerciale per farsi elezione culturale. Sarà dato spazio a resoconti, incontri e interviste, purché lontane dal vortice delle premiére, delle sale e delle programmazioni cinematografiche. Per un Cinema scelto, pensato, “d’essai”, liberato dal circuito dei cineamatori. Aperto a tutti. E sempre disponibile. Del resto, la molteplicità di fruizione e accesso al racconto cinematografico, rendono la corsa contro il tempo un inutile esercizio senza stile. E per Cinepost lo stile è tutto.
Diretto da David Sandberg e uscito in Italia lo scorso 3 aprile, il film dedicato all’eroe della DC Comics non brilla certo per inventiva e innovazione rivelandosi però un’opera godibilissima, un cocktail di puro intrattenimento in grado di alternare momenti elegiaci e drammatici allo spasso più sfrenato e liberatorio. Irresistibile Zachary Levi nei panni del supereroe in calzamaglia nato negli anni ‘40 per mano di Bill Parker e C.C. Beck per la Fawcett Comics di Michela Aprea.
Continuano ad impazzare i cinecomics rivelando come le cose tra la settima arte e l’immaginario fumettistico con i suoi eroi, le sue eroine e imprese mitiche, continuino ad andare alla grande. Che sia nella forma del cartoon, della pellicola classica, che si ceda in incursioni CGI (computer-generated imagery), si ricorra alla realtà virtuale o aumentata, al 3D o al 4D, che si attinga dal mondo Marvel o da quello della DC Comics, il successo al botteghino è praticamente assicurato. Il pubblico cerca supereroi e se la realtà si mostra piuttosto scarna in merito come non rifugiarsi in una magra consolazione in celluloide?
Vecchia questione, questa, già ampiamente dibattuta e analizzata da studiosi dei processi culturali egrandi teorici e geni della cinematografia. Tra questi, il sommo Sergej M. Ejzenstejn. “La magra e consolatoria evasione è oppio per le masse” tuonerebbe l’autore di “Ottobre” che vedeva nell’evasione per l’evasione il mezzo per “distogliere l’uomo della strada dai problemi più seri e autentici del rapporto tra lavoro e capitale”. Uno strumento “per cullare e addormentare, per dirottare il pensiero dal reale al fantastico, per privare la lotta delle sue armi”.
Nei filmetti d’evasione odierni, vergati “stars and stripes“, con il classico supereroe faccia d’angelo, ci vedrebbe l’attentato alle potenzialità e la de-responsabilizzazione della collettività di fronte alla supremazia del Superuomo, del singolo baciato dalla fortuna, dal caso. Tutto il contrario dell’idea leninista di organizzazione delle masse e da quella della sua capacità di determinazione dei processi collettivi e storici.
Pure Ejzenstejn, però, non avrebbe avuto un giudizio negativo su “Shazam”. Film indubbiamente hollywoodiano e cioè prodotto secondo gli stilemi della produzione cinematografica americana standard, a rendere eccezionale il lungometraggio diretto da David Sandberg è la scelta della narrazione: non più la solita manfrina dell’eroe solo a salvare l’umanità ma il racconto dell’ideale della forza comune, della collaborazione, del rispetto reciproco. Il senso della storia e delle proprie radici e della sofferenza passata come trampolino per un futuro diverso, un futuro migliore, un futuro costruito in una dimensione non familiare, men che meno familista, dove sono la volontà di sostegno reciproco e la consapevolezza di un destino comune a prevalere.
Così, pur non brillando per inventiva, per la presenza di effetti mozzafiato o di una peculiare scelta stilistica, il film diretto da David Sandberg si rivela un’opera godibilissima, un cocktail di intrattenimento puro in grado di esaltare lo spettatore e di catturarlo, grazie anche alla scelta di un cast azzeccatissimo in grado di esaltare un già irresistibile Zachary Levi (nei panni dell’eroe Shazam). A proposito di vesti, chissà cosa avrà pensato l’attore guardando agli incassi stellari realizzati: il film, che non ha avuto grande seguito in Italia, scalzato dal Dumbo di Tim Burton; ha sbancato i botteghini americani, raggiungendo l’incasso stellare di 322 milioni. Mica male per un’opera costata appena cento milioni, che ha subito un vero e proprio linciaggio mediatico sui social costringendo Levi a difendersi anche attraverso il proprio profilo Instagram. Prima a causa della presunta concorrenza tra la DC Comix e la Marvel, alimentata dalla breve distanza (4 settimane) tra l’uscita di Shazam e quella di Captain Marvel (che tra l’altro era il nome originario dell’eroe portato sullo schermo da Sandberg); poi a causa del costume scelto per il supereroe (effettivamente non il massimo…).
Nonostante qualche sbavatura, Shazam vince e convince proprio perché si rivela un film senza troppe pretese, classico nella scelta stilistica, assolutamente lineare nella narrazione, non particolarmente avvincente riguardo agli aspetti tecnici e però fenomenale nella scelta di un cast azzeccatissimo (insieme a Zachary Levy, Mark Strong, Asher Angel e Jack Dylan Grazer, tra gli altri) e di una sceneggiatura avvincente e spassosa in grado di alternare momenti elegiaci e anche drammatici a irresistibili scene da slapstick.
LA TRAMA Billy Batson (Asher Angel) è un ragazzino in fuga. Crede di aver perso la mamma. È sgattaiolato via dall’ennesima famiglia a cui i servizi sociali l’avevano affidato per continuare nella sua ricerca. Finirà in una casa famiglia in mezzo a tanti ragazzini come lui: Oliver Twist abbandonati dalla società, ora però accolti in un luogo da cui ricominciare. Billy, inseguito dal fedele quanto non richiesto compagno di stanza (e avventura/sventura) Freddy Freeman (Jack Dylan Grazer) ha però un solo obbiettivo, quello di riprendere la sua ricerca. Si ritroverà di fronte alla verità: il mondo ha bisogno anche di lui, del suo cuore puro, non come quello di Thaddeus Sivana (il cattivo interpretato da un convincente Mark Strong) che tempo prima si lasciò prendere dalle tentazioni ed è finito figlio di magnate nella società del padre.
È una guerra tra due mondi, tra due società, quella tra Billy e Thaddeus. Il Bene contro il Male, l’opulenza materiale contro la ricchezza dei sentimenti, delle relazioni. Inutile dire chi alla fine la spunterà. Ma accadrà solo perchè Billy non sarà solo. Per la gioia di chi gli ha trasferito i poteri, il vecchio mago Shazam, interpretato dalla superstar Djimon Hounsou, ormai presenza imprescindibile di ogni buon cinecomic che si rispetti (è il Re dei Pescatori in Aquaman ma anche nel cast di Capitan Marvel). Emigrato a dodici anni dal Benin a Lione col fratello, lo Shazam incontrato da Djimon aveva le fattezze di un fotografo che lo salva dalla strada, allora era un homeless, per presentarlo a Thierry Mugler e al suo staff. Così Djimon diventa un super modello prima e poi una star del cinema.
Altro che Shazam: questa non è magia, è realtà !
SCHEDA TECNICA
Data di uscita: 03 aprile 2019
Genere: Azione, Fantasy, Fantascienza
Anno: 2019
Regia: David F. Sandberg
Attori: Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Grace Fulton, Jack Dylan Grazer, Ian Chen, Adam Brody, Faithe Herman, Jovan Armand, Djimon Hounsou, Cooper Andrews, Marta Milans, D.J. Cotrona
Paese: USA
Durata: 132 min
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Sceneggiatura: Henry Gayden
Fotografia: Maxime Alexandre
Montaggio: Michel Aller
Musiche: Benjamin Wallfisch
Produzione: Warner Bros., DC Entertainment, DC Comics