Ad Avellino, fino al 23 agosto, torna il Laceno d’Oro, la kermesse internazionale del cinema che fin dal 1959 fa dell’Irpinia il suo palcoscenico. A dicembre si terrà l’edizione ufficiale. Ancora segreto il programma di Michela Aprea
Fortemente voluto da due giovani intellettuali irpini, Camillo Marino e Giacomo d’Onofrio, e sostenuto da Pier Paolo Pasolini, il Laceno D’Oro nacque come rassegna del Cinema neorealista, prima di diventare un vero e proprio festival, dedicato alla corrente cinematografica di cui proprio il regista friulano, insieme a Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Cesare Zavattini, fu tra i massimi esponenti.
Ed è a Rossellini, in occasione dal quarantennale dalla sua scomparsa, che è dedicata una delle serate dell’anteprima estiva della kermesse irpina, in programma fino al 23 agosto. Un’anticipazione che nello scenario del cinema Eliseo, proporrà sei visioni, aperte al pubblico e gratuite. Tra queste, “Viaggio in Italia”, capolavoro del 1953 tanto amato dal regista Martin Scorsese, magistralmente interpretato da Ingrid Bergman.
Promosso dal Circolo di Cultura Cinematografica Immaginazione e realizzato anche grazie ai fondi POC Campania 2014-2020, la quarantaduesima edizione del Laceno d’Oro vede tra i suoi partner Sentieri Selvaggi, storica rivista dedicata al cinema, attiva dal 1988.
I FILM IN ANTEPRIMA Il padre d’Italia di Fabio Mollo; Viaggio in Italia di Roberto Rossellini; Sicilian Ghost Story di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia; La mia vita da zucchina di Claude Barras; Sing Street di John Carney; Cuori Puri di Roberto De Paolis; sono i film che animano l’edizione estiva del premio.
IL PADRE D’ITALIA: Ad aprire l’edizione agostana del festiva irpino sarà il nuovo film di Fabio Mollo Il padre d’Italia. Interpretato da Isabella Ragonese e Luca Marinelli, il film racconta il viaggio di una coppia insolita, a prima vista inconciliabile, capace però di costruire i tasselli per un percorso di vita comune e dare vita ad un amore puro, assoluto, universale.
SICILIAN GHOST STORY: Nastro d’argento alla miglior scenografia e alla miglior fotografia, il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, Sicilian Ghost Story, ha aperto la settimana della critica dell’ultima edizione del festiva di Cannes. Ispirato a un terribile fatto di cronaca, l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, sequestrato e poi ammazzato da Cosa Nostra a metà anni ’90.
I suoi sogni di adolescente, furono cancellati nell’acido ma non il ricordo di uno dei più truci ed efferati delitti operati dalla Cupola. “L’uccisione del piccolo Di Matteo è stata in qualche modo la punta di crudeltà più estrema della stagione delle violenze di mafia, tra fine anni ’80 e gli anni ’90”, hanno affermato Piazza e Grassadonia. “La ferita più dolorosa di un’epoca disgraziata, alla fine della quale decidemmo di lasciare Palermo. Ma dopo 15 anni di inutile carriera da sceneggiatori, sentivamo di avere ancora dentro tanta rabbia e risentimento per la nostra terra, dovevamo fare qualcosa per dare una redenzione al piccolo Giuseppe, a questa vittima della stupidità umana”.
LA MIA VITA DA ZUCCHINA Secondo Télérama “un film tra Tim Burton e Ken Loach”, il racconto in stop motion realizzato dallo svizzero Claude Barras, “La mia vita da zucchina” ha impressionato positivamente la critica e alcune delle maggiori firme della stampa internazionale. Tratto dal romanzo di Gilles Paris “Autobiographie d’une courgette” e riadattato da Céline Sciamma, la pellicola in lizza agli Oscar 2017 e al Golden Globe per la migliore opera di animazione è uno spaccato delicato e poetico che prova a raccontare temi importanti e difficili come il bullismo, la pedofilia, l’abbandono.
SING STREET Ancora sul tema del bullismo è anche Sing Street di John Carney. Presentato nel 2016 al Sundance e al Festival di Roma e ambientato a Dublino, è un inno alla forza catartica della musica. La colonna sonora è composta, tra gli altri, di brani dei The Cure, a-ha, Duran Duran, The Clash, Hall & Oates, Spandau Ballet e The Jam.
CUORI PURI Ha interessato anche Goffredo Fofi, l’opera prima di Roberto De Paolis, “Cuori Puri”. Il direttore de Lo Straniero, autorevolissima firma de L’internazionale e, soprattutto, tra i fondatori de I quaderni piacentini, l’ha definito “un film molto bello, molto sincero, molto attuale”. Con Edoardo Pesce e Barbara Bobulova, la pellicola è stata selezionata per la Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2017.
I CONCERTI A cura dell’Assessorato alla Cultura del comune di Avellino si sono esibiti Eugenio Bennato (il 13 agosto in Borgo Ferrovia) e Arisa (il 16 agosto sul corso Vittorio Emanuele).
I VINCITORI DELLA 41ESIMA EDIZIONE Il Premio Camillo Marino alla carriera fu conquistato da Amir Naderi, regista, sceneggiatore e fotografo iraniano per il suo “cinema sempre al presente e il linguaggio potentissimo e mai riconciliato utilizzato” espressione “di chi scava dentro l’immagine, la storia e gli attori alla ricerca di un senso profondo di Verità”. Il Premio Giacomo D’Onofrio andò invece al portoghese Miguel Gomes per la sua capacità di costruire “imprevedibili architetture fatte di mondi e percorsi narrativi sempre nuovi”. Ad Antonietta De Lillo il Premio Lidia Zarrella 2016 per il suo “Oggi insieme, domani anche” mentre a Enrique Del Pozo la Targa Laceno d’oro per i diritti civili per “El Muro rosa”.