Per noi comuni mortali, raggiungere i vent’anni, nel migliore dei casi, significa essere nel pieno della gioventù. In ambito artistico, al contrario, pervenire ad un simile percorso, non è cosa da tutti. Ecco perché gli Almamegretta, in formazione originale, hanno deciso di festeggiare questa importante ricorrenza, in grande stile. In quel della Città della Scienza di Napoli, è stata organizzata una vera e propria rassegna, il “Sanacore Lab Festival”, onde onorare in maniera degna, tale anniversario. Entrando nella location partenopea, si notano una piccola postazione dedicata ai dj set, più una serie di stand dedicati soprattutto all’artigianato, che rendono l’intera area abbastanza accogliente. Arrivando nei pressi del palco, il colpo d’occhio è alquanto sostanzioso, sebbene non vi sia quella calca che, in occasioni del genere, si può verificare. Prima degli Alma giovani promesse del rock napoletano si alternano on stage: i Lidryca e poi i Foja aprono le danze, poi gli Alma ultima maniera, quelli con Marcello Coleman in veste di cantante. Il primo concerto che mi sono goduto è stato quello di Raiz, in veste da solista. Accompagnato da due dubmaster ed un chitarrista, l’artista partenopeo ha proposto una scaletta che ha pescato a piene mani, tra i suoi tre album sin qui pubblicati, con un occhio di riguardo, ovviamente, per l’ultimo della serie, il recente “Ya!”. Francamente mi aspettavo qualcosina di meglio da questa sua prova dal vivo. Premesso che non è mai facile esibirsi davanti ad un pubblico che, per quanto di parte, non conosce a menadito il repertorio offerto, c’è da dire che, nel corso del concerto, lo stesso Raiz è apparso poco coinvolgente. Sarà stata colpa anche dello scarso rodaggio con i nuovi compagni d’avventura, ma si è avuta la sensazione che la strada musicale intrapresa dal nostro sia ancora da perfezionare… Diverso il discorso quando ha cantato con gli Almamegretta. A chi ipotizzava una sorta di greatest hits dal vivo, al suono dei bei tempi che furono, la ritrovata band partenopea ha risposto con un set ben calibrato, in cui è stata capace reinterpretare i sui stessi brani, riadattandoli sotto una rinnovata veste sonora, così come la scuola dub insegna. Ecco allora che classici come “Nun Te Scurdà“, “Sole“, “‘O Cielo Pe’ Cuscino“, ” Figli Di Annibale” assumono nuove sembianze, pur non perdendo un’ oncia del pathos che li aveva generati anni orsono. Si chiude in bellezza con una corale “Sanacore“, che vede comparire al microfono anche Marcello Coleman e Lucariello, unendo così, giustamente, presente e passato degli Almamegretta. Certo, sarà per un sentimento di latente nostalgia eppure una serata come questa ha confermato che il gruppo napoletano, se ritrovasse la sua unità d’intenti, potrebbe puntare a qualcosa di più di due carriere separate di medio calibro.
Autore: Luca M. Assante
www.almamegretta.net