Visibilmente emozionati, Francesca, Mattia, Marco e Matta, orgoglio del nostro alternative-rock nazionale, hanno presentato al teatro Verdi di Cesena a pochi giorni dall’uscita ufficiale Wolf, il loro terzo LP.
Diciamo subito che l’ambientazione era la meno adatta e la più difficile per esordire dal vivo con la loro non facile musica: il teatro Verdi, infatti, a dispetto del suo nome, è una discoteca, dove molti dei presenti erano lì per mangiare bere e ballare buona dance, come da abitudine del sabato sera.
L’acustica era pessima, e lo spettacolo è stato rovinato dal continuo chiacchiericcio e la distrazione costante di chi non era lì per seguire la band. Per fortuna, c’erano anche parecchi aficionados, e certo gli Amycanbe sono stati aiutati dal fatto di giocare in casa, a 30 km dalla loro città natale di Cervia.
La prova del nove della resa di Wolf dal vivo andrà rimandata a occasione più consona, e magari più da classico live: ne era consapevole Francesca quando ha salutato il pubblico dicendo “siamo contenti di portare per la prima volta qui una musica fatta con i corpi!”.
Ed il suo in particolare, con le sue ormai note e personalissime mosse di braccia, si dimena più del solito nell’eseguire, in esordio, il singolo I Pay, per procedere con Fighting e aprire subito una parentesi di pezzi vecchi con My Love e Truth Be Told, probabilmente la loro canzone più famosa.
“Give me some quality time”, canta a questo punto Francesca, annunciando così Bring Back the Grace, e mai appello poteva essere più calzante in una discoteca dove ormai la bolgia del popolo della dance riempiva il locale. Tuttavia l’attesa della serata danzante e tecnho per il pubblico non si è trasformata in insofferenza: la band è riuscita (non senza l’aiuto dei suoi storici fan) a tenere il palco continuando il live con Andy’s Shoes, e pescando anche pezzi dai suoi EP, e dedicandone altri agli ormai ex membri Glauco e Paolo.
La novità principale della formazione infatti è l’abbandono dei fiati: gli Amycanbe si presentano quindi in forma più compatta ed essenziale, alternandosi in tre come di consueto alla batteria, basso, chitarra, tastiera, mentre uno spazio nuovo sul palco lo conquistano sintetizzatori ed apparati elettronici, essenziali per il nuovo disco più improntato degli altri forse su questo stile.
Ed è come ovvio il nuovo disco a farla da padrone: il concerto si conclude con Where From, Febbraio, Grano, Queens, e solo per il bis si lascia spazio a Rose is A Rose, dall’EP The Wolrd is Round, che emoziona per intensità, eleganza e precisione dell’esecuzione, e a una singolare e inedita ripetizione di Truth Be Told, che i quattro sembrano suonare a braccia e mani più sciolte, ottenendone una versione più calda e intensa, che strappa alla fine gli applausi del pubblico oramai scalpitante.
L’idea è che la presa live di Wolf andrà saggiata ancora e altrove, ma la freschezza dell’esibizione lascia ben sperare. Gli Amycanbe hanno certamente bisogno di un pubblico attento e di un luogo dove si possano apprezzare tutte le sfumature dei loro pezzi, ma nonostante quanto questo sia mancato la loro svolta essenzial-elettronica sembra aver dato loro la definitiva marca stilistica, anche se certo fa perdere un po’ dell’iniziale ecletticità sonora.
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autore: Francesco Postiglione