Al Cellar Theory, indie-club di Napoli dall’aria confidenziale, una volta penetrati nelle luci soffuse della sala, la prima cosa che risalta all’occhio è l’accumulo di ferraglia sommariamente disseminata per tutto il palco assieme a metri di cavi. Una cinquantina di avventori scampati o reduci delle fatiche del lunedì, attende Jason Sanford, Mark Pearson e Daniel Boucher, un trio di Boston, noto almeno da un quindicennio col nome Neptune. Per chi non conosce direttamente la band, la garanzia è rappresentata dalla label che ha prodotto il loro ultimo lavoro, “Gong Lake”, ovverosia la prestigiosa Table of the Elements. I rottami di cui sopra sono proprio quelli in disuso in una cantina polverosa: interruttori della corrente, seghe, vecchi telefoni, fusti, parti di bicicletta e simili, che intanto messi insieme con una certa ragionevolezza sono stati un po’ alla buona, trasformati in oscillatori, chitarre, violini e batteria, ed è da questi strumenti, nel senso originale della parola, che parte il suono così abominevole e apocalittico dei Neptune. Le primissime battute sono estreme, i bassi arrivano alla pancia facendo ribollire la birra, mentre stratificazioni di suoni abnormi e più o meno metallici si ammassano su una sezione ritmica suonata da cento percussionisti contemporaneamente! Al pubblico piace questa valanga di noise e mentre gli altoparlanti vomitano quel che possono, il trio riesce a orientare questo fracasso doloso in una sorta di groove ipnotico, rozzo e primitivo che non scade mai, dico mai, nel disordine o nella cacofonia. Da qui in poi questi brizzolati dal Massachusetts, scaveranno sottoterra alla ricerca del sound più alienato per la loro performance finché un demonio indipendente non gli suggerisce di fondere i Residents, o meglio i primi Faust, i Pere Ubu con gli Old Time Relijun e gli Einsturzende di una volta. Mettete insieme questo delirio con una buona dose di indie americano e immaginate cosa accade. Alla fine dei tempi regolamentari la squadra esce tra sentiti applausi di approvazione e soddisfazione. Ottima prestazione!
Autore: Luigi Ferrara
www.neptuneband.com