Già parte di un cofanetto celebrativo del 2007 sempre della Crammed Discs, intitolato “7707 – The Tuxedomoon 30th Anniversary Box”, questo Unearthed contiene un CD di 70 minuti di inediti intitolato Lost Cords, ed un DVD di 160 minuti di esibizioni dal vivo e clip sperimentali intitolato Found Films.
Precisiamo subito che i Tuxedomoon hanno mantenuto lungo tutta la loro attività una straordinaria coerenza artistica, così che i 6 brani demo degli anni 70 qui presenti mostrano gli stessi segni caratteristici degli 8 degli anni 80 o dell’unico degli anni 90, e lo stile è riconoscibile anche nei più recenti dischi, quali Cabin in the Sky (2004), Bardo Hotel Soundtrack (2006) e Vapour Trails (2007).
La wave cupa degli esordi, caratterizzata da tastiere, chitarre elettriche rarefatte, synth primitivi e scorribande di fiati, trova i propri picchi nel coinvolgente e vorticoso strumentale ‘III (April in Afghanistan)’ – che sarebbe stato uno studio per lo storico b-side ‘Crash!‘ datato 1980 – e poi in ‘Devastated‘, scritta da Brown e Cruikshank, brano interessantissimo per il caratteristico incedere scandito e per le evoluzioni continue che si susseguono in tre ideali movimenti, e poi in ‘Oceanus‘, che propone in più in sottofondo i rumori del mare, di voci umane e dei gabbiani, in un dolente contesto desolato di tastiere, al punto di erigersi a simbolo stesso della musica della band californiana, che storicamente di californiano – leggi: solare – non ha mai avuto granchè, al punto di emigrare ad un certo punto in Europa, dove si sentiva più compresa.
‘Work Coda‘ poi và citata perchè è una scheggia del 1979 in cui l’uso del synth ricorda molto quello estremo dei Suicide, e l’inquietudine e la disarticolazione sonora – inquietudine: si! – sono anche nel live ‘No Business is like Show Business’ e nel reading teatrale intitolato ‘Cell Life’, sempre su tastiere e synth.
Con il brano intitolato ‘Somnambulist‘ ci caliamo poi nelle atmosfere anni 80, quando con i capolavori ‘Half Mute‘ (1980), Desire (1981) e Divine (1982) i Tuxedomoon riducono ancor più gli “strappi” nervosi della loro musica, si allontanano definitivamente dal post punk à la Joy Division e Suicide, ed inaugurano una stagione nuova, non distante – ma più sperimentale – dagli Psychedelic Furs, ed ancor più ‘Heaven and Hell‘ – scritta da Brown, Principle e Reininger – è emblematica di questa fase – probabilmente è una outtake di Desire – con fiati cacofonici in sottofondo, voce e tastiere disordinate ed uno stile veramente coraggioso e sperimentale.
Al contrario ‘Atlantis‘ e ‘Up all Night‘, di metà anni 80, segnano l’avvento più marcato del jazz moderno, la ricerca di cantanti e musicisti ospiti ed una maggiore orecchiabilità.
Soltanto gli appassionati irriducibili di Principle, Brown, Reininger, Belfer, Cruikshank e Geduldig credo sapessero della passione e dell’impegno profuso dalla band, negli anni, nella realizzazione di mediometraggi, veri e propri film finalizzati non tanto alla promozione televisiva – infatti non hanno mai assolto questo compito… – quanto alla ricerca artistica di nuove vie espressive, in grado di rappresentare meglio la propria musica nei concerti, proiettati sul palco mentre i Tuxedomoon suonavano.
Così nel DVD intitolato Found Films sono raccolti, per un totale di addirittura 2h40m, 2 mediometraggi di 45 minuti circa, e 4 cortometraggi sotto la mezz’ora, realizzati tra la fine degli anni 70 ed il 1988.
Il più ambizioso dei filmati è Ghost Sonata del 1982 – lo trovate qui
– che richiese un set teatrale di ripresa oltre ad un discreto lavoro di montaggio, sfociò nella realizzazione di un disco omonimo, e si sviluppò nell’ambito di una collaborazione con un teatro festival italiano, di Polverigi, in provincia di Ancona (le riprese furono realizzate da una fantomatica televisione locale).
La qualità video per la verità è appesantita dal primitivismo degli effetti speciali degli anni 80, ed il prodotto è un po’ disordinato oltre che lento, ma la suggestione è tanta nel vedere un’operetta musicale video dark finalmente spuria dai triti e ritriti ammiccamenti dei videoclip musicali moderni. La musica poi fotografa il nuovo interesse dei Tuxedomoon, all’inizio degli anni 80, per i suoni acustici, le atmosfere neoclassiche e goth, ed il bar noir.
Il successivo film, intitolato 1.000 Lives by Picture, è invece un montaggio di 45 minuti di materiali per 9 videoclip realizzati tra il 1982 ed il 1985, messo insieme utilizzando gratuitamente, di notte, uno studio video professionale messo loro a disposizione in Francia da un amico, senza il coinvolgimento della casa discografica. Anche questo film, come il precedente, pare non sia mai stato usato dalla band, se non in qualche data live, e non ebbe – e non poteva avere, sinceramente… – alcuno sbocco commerciale. E’ un patchwork dall’indubbio valore storico, che testimonia un’epoca, e le immagini e la musica non mancano di richiamare alla mente gli storici videoclip dell’epoca di Pet Shop Boys, Michael Jackson e Duran Duran, e va preso in ogni caso per quel che è: un esperimento.
Mythical Puzzle del 1988, poi, è una sorta di antenato del c.d. rockumentary, dura 26 minuti e riprende la band sul palco, in albergo, in strada, con schegge della musica dei Tuxedomoon, molto sassofono, ed un taglio situazionista totale, malgrado le riprese professionali per un prodotto che anche in questo caso non ebbe alcuno sbocco commerciale; stessa cosa per Jet Wave, del 1980: ripreso in una sala d’incisione in San Francisco, mostra il modo di lavorare della band più notturna della solare California; 5 musicisti ordinari nell’aspetto, ma dalla creatività sorprendente, soprattutto quando interagiscono. Colorado Suite, addirittura del 1977, è un altro documento fondamentale, e di buona qualità, paragonabile a Ghost Sonata, con l’aggiunta di una fruibilità maggiore – qui una splendida scheggia:
– e la sua storia è la seguente: la band, più o meno ancora sconosciuta, e vittima di una irrimediabile incomprensione in patria, fu invitata dall’Università del Colorado ad una manifestazione sull’arte multimediale (nel 1977!) e poté presentare per una settimana proprie performance beneficiando di tecnologie messe a disposizione dall’Università.
Inutile dire che per una band come i Tuxedomoon questa era una sfida perfetta, un invito ad esprimersi senza i limiti di un budget.
Il DVD si chiude poi coi 6 minuti scarsi di No Tears, splendido brano del 1978, con montaggio di un videoclip realizzato nel 2007 usando filmati e foto (di Isabelle Corbisier) d’epoca: che trasmette un’urgenza incredibile, ed una vitalità incrollabile, tipica dei Tuxedomoon, che per tutta la propria carriera sono riusciti ad evitare il benchè minimo compromesso, portando avanti un discorso artistico magari non privo di cadute di tono, ma sempre coerente e spontaneo.
Autore: Fausto Turi
www.tuxedomoon.net – www.tuxedomoon.com