Secondo episodio per il progetto domestico-familiare di Ian Mackaye (già membro – c’è davvero bisogno di ricordarlo? – di band fondamentali come Minor Threat, Embrace e Fugazi) ed Amy Farina (sua compagna di vita ed ex Warmers). Solito sound “minimale”: chitarra baritono, batteria e voci. Strutture semplici ma mai banali: i riff essenziali di Ian s’intrecciano con il drumming di Amy, sempre splendidamente vivace, lungi dall’essere semplice supporto “metronomico”; le voci dei due si alternano, si incrociano, si cercano. Melodie acerbe s’insinuano un po’ ovunque, anche nei momenti più spigolosi. E’ punk rock rallentato e ridotto all’osso, è la nuova protest-song post-hardcore che flirta con il folk, è rock lucidamente incazzato (nei testi, ovviamente, si sprecano le velenose riflessioni sull’attualità politico-sociale americana), che non teme d’”imbastardirsi”, facendosi tentare da ritmi tribali o vaghi echi dub. Dieci canzoni senza fronzoli o “imbellettamenti”, scritte da due musicisti nel cui vocabolario termini come “cool” o “trend” non sono neanche contemplati.
Autore: Daniele Lama