Finalmente ci siamo. Cotequino, aka Disco Samba, aka batterista di Preachers, Nista (ora non più) e Goonies, aka Valderrama 5. Quest’ultimo moniker rappresenta la sua versione solista (per modo di dire, come avremo modo di esporre…), che, come frutto, ha già dato una demo, che ancora staziona nella nostra redazione come assist per pause di cazzeggio e che, a giorni, è stato confezionato in forma compiuta (copertina, titoli e anche supporto dipinto a mano sul dorso) dal diretto interessato, che ha già provveduto a elargirmene una copia.
Ora il momento tanto atteso da me e un intero branco di para-dementi è giunto. Nella cornice più adatta, che fin dalla sua nascita ha fatto anche da base per l’incontro tra i protagonisti di questo come di altri progetti. E del loro insano concepimento ideologico-musicale, ispirato secondo le direttrici più bacate dell’umana creatività.
Di solista nel progetto Valderrama 5 c’è l’ideazione dei brani, tutti provenienti dal singolo titolare del moniker e dalla sua stanza da bagno (dove è solito trovare ispirazione). Già la realizzazione degli stessi ha beneficiato di preziosi contributi di amici (già, amici – se dico “Enrico e Paolo rispettivamente chitarrista e bassista dei Preachers” o “Mario cantante/chitarrista dei Nista”, pensate a delle rockstar o cosa?!). Il live va probabilmente oltre, configurandosi come musicale tributo alla promiscuità. Sull’angusto palco dello Slovenly si stipano 6, in alcuni casi 7 esseri (sub)umani, “carnevalizzati” da travestimenti che varcano i confini della comprensione, rispondendo all’unica finalità di far trascendere l’esibizione dal solo contesto musicale, per sbarcare anche in quello – per così dire – teatrale. L’obiettivo più che dichiarato è quello del divertimento, innanzitutto di chi calca lo stage, vi piaccia o no chissenefrega.
Con così tanti “musicisti” (e già, le virgolette…) la bossa-pop-punk di Valderrama 5 finisce per ricevere, inevitabilmente, quel contributo di rumorosità che i concerti allo Slovenly solitamente richiedono per restare nella memoria. E sempre l’affollata line-up dà il la a una serie di scambi di ruolo che a tratti sfiorano la dimensione cabarettistica (difficile dimenticare Valderrama 5 in persona, ormai saturo di follia, che abbandona il consueto posto dietro ai tamburi per inginocchiarsi – sic! – alla tastiera).
E sul piano musicale che dire? Sarebbe ben più opportuno analizzare la demo, quando sarà (tra no molto, comunque), scevra quindi dei citati elementi “onto-musicali”. La matrice è quella para-lounge-trash che associa la samba carioca (e la sua estetica anche esteriore) agli artifici exotici giapponesi, passando per ”L’Allenatore nel Pallone” e i Beach Boys, padri inconsapevoli del misterioso talento melodico di V5.
Il delirio è servito. Che il sudore regni sovrano.
Autore: Roberto Villani