Romy Madley Croft, Oliver Sim e il geniale Jamie xx, alias di Jamie Smith, ritornano sulle scene con “I See You“, dopo un silenzio di quasi cinque anni. Se la critica e i fan, e anche loro stessi, avevano contribuito a definire questo gruppo come affine al dream-pop e allo shoegaze, dotato di un certo minimalismo, accostato a volte ai Codeine, altre ai Mazzy Star, persino agli Slowdive, “I See You” ha decisamente cambiato le carte in tavola. I presupposti sono stati diversi dal principio; la lavorazione a questo album è stata social, nel vero senso della parola: il trio, mentre era negli studi di registrazione, ha deciso di rendere i suoi followers partecipi delle fonti d’ispirazione per la composizione dei brani, pubblicando una playlist su Spotify e Youtube chiamata “In the studio” contenente le canzoni più ascoltate da Romy, Oliver e Jamie in quel periodo, oltre tre mesi prima dell’uscita del disco. In queste playlist troviamo sia riferimenti che ti aspetteresti conoscendo gli XX di qualche anno fa (come Mazzy Star, Suicide, Tears For Fears), sia delle muse totalmente inaspettate per questo trio dal sound così introverso, quali Kendrick Lamar, Aretha Franklin, Solange Knowels, Sade. Tra i brani scelti dalla band possiamo intravedere la tavolozza dei colori usata per dipingere quel paesaggio inedito che è “I See You”, in cui l’R&B si adagia sulle tastiere distorte, il ritmo conta anche più delle atmosfere e il minimalismo è solo un ricordo.
Squillano le trombe, letteralmente, e comincia “Dangerous” che suona XX ma con una marcia di beat in più; le campionature di strumenti a fiato attraggono immediatamente l’attenzione, il ritmo è quasi ballabile, la rivoluzione del sound è già iniziata. Un loop che invoca “Before it slips away” si trasforma magistralmente tra le mani di Jamie Smith nella base di “Say Something Loving“, splendida conversazione romantica tra i personaggi incarnati da Romy e Oliver. L’esplorazione dell’amore continua in tutto il disco sotto altre vesti, e “Lips” ce lo dimostra in maniera più diretta con un ritmo sensuale costruito su (tenetevi forte, indipendentemente da come la pensiate a riguardo) “Just” di David Lang, colonna portante della soundtrack di “The Youth” di Paolo Sorrentino. Si passa poi da “Violent Noise“, con le sue incursioni dance rallentate e distorte, all’assolutamente pop “On Hold“, in cui accenni di musica nera si uniscono ad atmosfere elettroniche à la Human League, fino alla dolcissima e melanconica “Test Me“, che chiude il disco con un ritorno al minimalismo, stavolta usando un ritmo lento all’inverosimile, tra silenzi e metamorfosi sonore che, inizialmente accompagnano il canto di lamento di Romy e Oliver, e poi prendono il sopravvento per il finale.
In un’epoca in cui molti tornano nel passato per raccogliere materiale compositivo, gli XX lo hanno fatto in maniera oltremodo intelligente. Le voci sono diventate più mature, ma soprattutto Jamie (reduce anche di un disco da solista) ha raggiunto una maggiore consapevolezza artistica, non gli serve più essere minimalista poiché sa come riempire ogni spazio sonoro. “I See You” suona diverso dai precedenti album, tuttavia è evidente che siano gli XX; ritornando alla metafora usata sopra, può cambiare la tavolozza dei colori ma l’artista resta lo stesso. Gli XX sono usciti dalle tenebre di quel garage arrangiato a studio di registrazione dove, nelle notti tra il 2008 e il 2009, registrarono “xx”, e sono pronti a raccontarsi al mondo in tante altre forme, perché pare di originalità non gliene manchi.
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autore: Gabriele Senatore
Ecco la playlist che ispirà gli XX: