Ascoltando i Dead Shrimp pare che il Mississippi scorra al posto del biondo Tevere, che la loro Roma sia un immenso acquitrino dove rane in amore, ombre di diavoli tentatori, fumosi Baton Rouge e miasmi di alligatori dalla lacrima facile circolano liberi di aprire le proprie anime. Il trio capitolino esce con il secondo disco, How Big Is Your Soul?, una meraviglia di roots, blues, giocolerie acustiche e tutto quello che fa “nigger soul” che, nel raggio di una mezz’oretta dipanata in nove inediti e una cover (Mississippi Boweavill’ di Charley Patton), riempie l’ascolto di notti, fuochi, voodoo, visioni e blasonate stelle assorte in viaggi e storie dalla Louisiana in giù.
In questa avventura con il trio capitolino, oltre che santità ispiratrici come Moreland &Arbuckle, certi Black Keys di primo pelo o vezzi di North Mississippi Allstars e Ben Harper, anche Roberto Luti di Playing For Change e il chitarrista Reed Turchi dell’americana Devil Down Record, un immaginario sonoro d’alte suggestioni che intriga e dona trip a ripetizione, salvifici deliri a raffica.
Disco realizzato per rendere il suo tributo alle basi del grande blues, suonato con tutti crismi di genere, divinamente “maledetto” e colorato di quei lampi di vita “sottoposta” e poi di rinascita, e quando i ricami di slide Angry man, la solitudine caracollante Go down sun, l’andatura sciamanica di Got the blues o la fuga di Footprints in the sand prendono posto sullo stereo (tra le tante alte) il senso compiuto di aver venduto uno spicchio d’ anima al diavolo è ben preciso.
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autore: Max Sannella