No-van-ta-due-minuti-di-applausi. No, non è finita come nel Fantozzi anti-corazzata Potemkin ma poco ci mancava: a Park city, Stati uniti, la standing ovation per il documentario “Chicago 10” è stata comunque forte e accorata. Il motivo? Il doc – che ha inaugurato il Sundance film festival – è prelibato certo, ricostruisce la storia del processo agli attivisti anti-Vietnam, ma in più risolletica prepotentemente la sopita voglia di opporsi alle scelte dell’amministrazione Bush in Iraq. Da qui il ciclone di applausi dalla giovane platea.
E’ lo stesso autore Brett Morgen , subito dopo la visione di Chicago 10, ad esortare il pubblico a far sentire la propria voce e a spingere i giovani “alla mobilitazione contro le guerre volute da George W.” e i suoi falchi.
Interessante l’operazione di ricostruzione fatta in Chicago 10: attraverso speciali contributi animati vi si allestisce una sorta di “ecco come si sono svolti i fatti giudiziari”, dal momento che non esistono materiali video.
In precedenza, alla conferenza di presentazione del festival, un incendiario Robert Redford, che figura tra gli organizzatori, ha tuonato contro “le bugie della Casa Bianca” sostenendo che il programma di film e documentari scelti quest’anno vanno “letti in antitesi a un governo americano che sprofonda sempre più nella vergogna e che deve a tutti noi della cosidetta sinistra delle scuse”. Non c’è male per l’uomo che una volta si limitava a sussurrare ai cavalli.
Autore: di S. Ch.