Puntualmente il fantasma incarognito dell’heavy metal viene a trovarci.
Ci vide lungo Lester Bangs – che di rock qualcosa ne capiva – a profetizzare che l’heavy metal non sarebbe mai morto. Del resto lui conosceva bene la società americana (e per estensione quelle occidentali), conservatrice e reazionaria esattamente come il genere musicale in questione (e per estensione, il rock tutto!). Ad onor del vero, l’heavy metal cui si riferiva il famoso critico era ‘altro’, ma – proto-punk o hard ’70 che fosse – il concetto non cambia.
In tempi a noi più vicini è stato invece Matt Pike (Sleep, High On Fire) a dire che ‘l’heavy metal ritornerà’. Del resto dopo aver visto i più tristi e triti revival dei revival e certa critica incensare perfino le cose che facevano schifo pure allora, affermare che uno degli stili musicali più seguiti da sempre ‘ritornerà’ è stato fin troppo facile. Ma un grande merito a Mr. Pike va riconosciuto: lui è stato parte attiva di questa presunta rinascita dell’heavy metal e smessi i panni di ‘sciamano fumato’ ha deciso di rinvigorire il suo suono innestandolo di antiche passioni; finiti gli Sleep con il loro lisergico ciondolare sabbathiano, Matt Pike ha ripreso dal suo cimitero personale le putride carcasse dell’heavy più rozzo e volgare (quindi quello vero) e le ha nutrite di linfa sludge per dar vita ad uno degli act più temibili e rispettati dell’heavy rock odierno tutto: appunto gli High On Fire.
Un aiuto forte è poi venuto anche dal mainstream. I Mastodon, cresciuti in ambienti musicali altrettanto estremi, han saputo indirizzare i loro suoni verso delle soluzioni progressive che man mano hanno tolto spazio alle asperità degli esordi, fino a diventare quel che sono oggi, un ensemble a modo loro classico e che non lesina nelle sue strutture di dispensare un metal a volte più hard altre più thrash, in ogni modo anch’ esso ‘classico’.
Ed infine si son messi anche i The Sword a tirar fuori cappa e spada, con sensibilità più speed-thrash forse, ma ormai si è capito di cosa si parla: non certo del metal che si è evoluto nel corso della storia fino a disconoscere le sue origini grezze e proletarie e che si è imbastardito con generi a lui estranei e distanti per dar vita a meltin’ pot a volte riusciti, altre un pò meno.
Qui si parla degli eredi di Manilla Road e Cirith Ungol, si parla degli eroi della N.W.O.B.H.M. (New Wave of British Heavy Metal) che rispondono ai nomi ormai sussurrati con vergogna di Judas Priest e Motorhead, si parla di birra e sudore, borchie e cuoio, capelli lunghi e gilet di jeans messi sopra ad un chiodo di pelle con le toppe dei Venom.
Immagini viste e riviste per una musica che nella sua cruda ottusità continua a risuonare vera e sincera. I Saviours non sono i primi, nè saranno gli ultimi, ma intanto spetta a loro l’onore (o il disonore, punti di vista..) di portare alto il vessillo dell’heavy metal con questo Death’s Procession, album denso di riffs e cavalcate old-style senza mai perdere di vista la melodia (come da tradizione) e riuscendo ad essere adeguatamente sguaiati come il genere impone.
La voce è roca e sgraziata al punto giusto, i rallentamenti sono super-doom, gli assoli da air-guitar spinto perfetti. Un sano quanto retrò headbangin’ è dovuto. Le chitarre sono più massicce, calde, sature rispetto a quelle secche e fredde della N.W.O.B.H.M: questa è la modernità che i Saviours si concedono (ed in questo han fatto meglio degli altri paladini neo-heavy Gates of Slumber).
Death’s Procession è il quarto album della band attualmente in tour in Nord America con i Weedeater (a ribadire una vicinanza non solo d’intenti ma anche un avvicinamento di forme con una scena sludge e Isaiah Mitchell degli Earthless compare alla chitarra come special guest) e che in passato è stata support band per Witchcraft e Saint Vitus.
Se a qualcuno a questo punto fosse venuta voglia di moderno heavy metal, Kemado pubblicherà anche due e.p. con brani da quest’album ed altri inediti: combattere musica di plastica con vinili di metallo potrebbe essere attività stimolante.
Autore: A. Giulio Magliulo
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