Dopo il successo di Kenosha, dall’omonimo disco d’esordio Swearin’ dell’estate 2012, i quattro simpatici indie-punk kids di Philadelphia rilasciano ora per etichetta Wichita il nuovo album, intitolato Surfing Strange.
L’album sostanzialmente conferma quanto già anticipato nell’esordio, ovvero un garage rock onesto, pulito quanto basta, mai cattivo, sebbene doverosamente irriverente, ma senza grandi colpi di scena.
Allison Crutchfield, Kyle Gilbride, Keith Spencer e Jeff Bolt proseguono quanto già seminato, specialmente in canzoni come Dust In The Gold Sack, Watered Down, Young, Unwanted Place, in puro stile punk-garage (citando tra gli altri gli irlandesi Ash e un certo giovanile british punk) mentre in Mermaid, Melanoma, Glare of the Sun, si cerca qualcosa che vada oltre le dinamiche elementari, recuperando suoni più duri e cupi, e trame più complesse, per riuscire a rendere suoni più profondi e incisivi. In altri pezzi, come Curdled, Echo Locate, si cercano sonorità più melodiche, lente, pur sempre in stile garage, fino ad arrivare a vere e proprie ballate, come Loretta’s Flowers. Indubbiamente questo dà un tocco di eterogeneità maggiore al disco, ma ne fa perdere di ritmo e dinamica, cosa che per un gruppo indie-garage è fondamentale.
Il meglio resta nei pezzi più tipici per il loro stile, e specialmente dove è Allison a cantare, come Dust in the Gold Sack, e Parts of Speech. Ma l’insieme non va oltre il già sentito, per quanto onesto e discretamente assemblato. Molti margini ancora per crescere, per un gruppo comunque ancora giovane.
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autore: Francesco Postiglione