Josh Tillman, già arcinoto come cantautore leader indiscusso della corrente attuale definibile come Post Folk, e già noto come chitarrista dei Fleet Foxes in Helpless Blue, dopo sette dischi pubblicati sotto suo nome e gli ultimi quattro pubblicati col suo nuovo nome artistico di Father John Misty, si può certamente permettere nel 2020 così travagliato di prendersi una semi-pausa e incidere solo un album dal vivo (Offkey in Hamburg, uscito a marzo e devoluto in fondi per combattere la pandemia) e ora un EP di cover. In pratica quello di Tillman è niente più che un omaggio ai musicisti che da sempre sono la sua musa e che rappresentano la versione classica di quello che la sua musica attuale vuole rinnovare e riportare a nuova luce: parliamo di pilastri del folk e del cantautorato americano come Leonard Cohen (che difatti è omaggiato in due pezzi su quattro, Anthem e One of Us Cannot Be Wrong), Link Wray e Cat Stevens. Per fortuna sua e nostra non sceglie i pezzi ultranoti almeno al pubblico italiano (nessuno sopporterebbe di sentire un’ennesima cover di Father and Son) ma riporta a nuovo splendore oltre ai pezzi citati, Trouble di Cat Stevens e porta a conoscenza del pubblico più distratto il chitarrista Link Wray, ma anche qui sceglie di evitare l’elettrica e stranota Rumble (colonna sonora per esempio di Pulp Fiction) ma propone una più acustica e country Fallin’ Rain. Diciamo subito che la bravura di Father Jonh Misty viene accompagnata qui all’ispirazione e all’emozione di suonare un pezzo di un classico amato, e questo si sente soprattutto in Anthem e One Of US Cannot Be Wrong di Cohen: sarà anche la monumentale importanza dell’originale, ma è un fatto che i due pezzi di Cohen escono dall’orchestra di Tillman, ma soprattutto dalla sua voce, praticamente perfetti. In particolare nell’ultimo dei due si avverte tutto l’amore di Tillman per Cohen, con un canto che vede una voce rotta dall’emozione, cosa che farà venire i brividi a qualsiasi ascoltatore che si prenderà un minuto di attenzione per ascoltare il pezzo senza fare altro. Anthem è poi l’unica cover nuova, incisa adesso, (anche questa in maniera splendida), perché le altre erano già uscite in precedenza, e perciò l’EP si chiama Anthem + 3. Dimenticabile la resa di Trouble, nel senso che il pezzo è troppo simile all’originale e anche la voce di Tillman sembra cercare qui di imitare Cat Stevens, cosa non necessaria perché Tillman è dotato di un suo timbro assolutamente valido e personale. Chicca preziosa è invece Fallin’ Rain, intanto perché l’unico fra i quattro ad essere pezzo quasi completamente acustico. Poi perché Tillman qui dà il meglio di interpretazione, come in One of Us Cannot Be Wrong, senza particolari virtuosismi di voce ma semplicemente interpretando in maniera calda ed emozionata. Complessivamente, per i patiti di Tillman-Father John Misty, l’EP per quanto breve è prezioso ed è l’occasione di ascoltare la sua voce in tutte le tonalità, soprattutto quelle più alte che in genere Josh sacrifica nei suoi pezzi post-folk, minimalisti e invernali, fatti di sola chitarra sospiri e silenzio. Qui le cover gli permettono strumentazione orchestrale e più spazio melodico, e lui lo sfrutta tutto. Un’esecuzione meravigliosa che non farà rimpiangere gli originali.
https://www.fatherjohnmisty.com/
autore: Francesco Postiglione