Espandere le capacità della mente. Devono essere stati gli esperimenti di Burroughs negli anni 60 la fonte d’ispirazione del nuovo album (il sesto) della creatura lisergica di Lorenzo Woodrose.
Un album che non tradisce quanto fatto finora ma, appunto, ne espande i sentieri e gli orizzonti, abbracciando un’idea di psichedelia rock globale.
Tastando l’inesplorato (lo space rock, il pop, l’elettronica) con una sicurezza e una padronanza di mezzi che solo i grandi maestri possono dimostrare. E Lorenzo un maestro di psichedelia – quella freak, di fine anni ’60 – lo è davvero. Dei migliori che possiate trovare sulla piazza.
Basta ascoltare l’anthemica opening track Down To The Bottom per farsi un’idea delle capacità di scrittura del nostro e della bellezza di un album che non mostra alcun segno di cedimento dal primo al trentasettesimo dei minuti che lo compongono.
Un fantastico viaggio psichedelico tra orgie di fuzz e bellissime linee di organo, innesti elettronici che lanciano la band verso suoni industriali (Waiting For The War), ballate pop all’acido lisergico (Dandelion, in duetto con Emma Acs), classici pezzoni garage psych (Just A Ride) momenti più space rock (Third Eye Surgery) e sputi di sitar che ci accompagnano in un piacevole viaggio orientale (Nothing Is Real, Love Like A Flower).
“Third Eye Surgery” si muove senza tentennamenti, pestando melodie celesti con la ruvidità che si deve ad ogni buon disco rock e affogando il tutto in tonnellate di acido lisergico.
Il risultato è una rara esperienza sensoriale che faticherete a provare con un disco di psichedelia rock degli anni 10. E’ il capolavoro dei Baby Woodrose.
Autore: Leonardo “kaosleo” Annulli