Testardi, coerenti e decisi come pochi i Tinariwen continuano a produrre musica, fatta (anche) di messaggi che inneggiano alla libertà, alla lotta e ai diritti civili. Il gruppo tuareg, infatti, ha subito, negli ultimi anni, minacce dai fondamentalisti islamici, tuttavia, non cede di un passo e porta avanti il suo messaggio, tanto è vero che Amatssou vuol dire “oltre la paura”. La gestazione di questo disco non è stata fortunata, in quanto si sarebbe dovuto incidere presso gli studi di Jack White, ma la pandemia lo ha impedito, così il gruppo africano ha registrato le tracce in una tenda nel deserto e poi ha condiviso il materiale con gli ospiti.
Questa volta gli ospiti sono il suonatore di banjo Wes Corbett, che arricchisce di ritmo la scheggiata e rock “Kek Aghalm”, il violinista Fats Kaplin che contribuisce a rendere più lineare il sound di “Tenere Den”, a dare più circolarità a “Ezlan” e a velocizzare la tribale “Anemouhagh” e a far crescere “Nak Idnizdjam”. Altro ospite d’eccezione è Daniel Lanois, che in “Arajghiyne” contribuisce con la sua pedal steel e acuisce il blues di “Jayche Atarak”. Tra i pezzi senza ospiti “Tidjit”, quello meglio cadenzato e più scandito. Ennesimo ottimo disco di ballo e di lotta.
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autore: Vittorio Lannutti