“Prisma” è il primo parto delle tre menti che formano gli Entourage (citando la copertina), band siciliana che si è fatta conoscere parecchio nell’ambiente alternativo in questi ultimi anni.
Dopo aver partecipato al Jestrai Rock Festival nel 2004, aver rappresentato la loro Sicilia nel 2006 ad Arezzo Wave e dopo il mini album dal titolo-gioco di parole “Enter in our Age” dello stesso anno, la band ha deciso di fare il grande passo del primo disco. L’allure noise si sente da subito, ricordano immediatamente i giovani Marlene Kuntz ed i brillanti esordi dei Karnea, anche se difettano un po’ di verve.
L’intento di questo trio è di fare rock energico, cosa sicuramente non facile e per cui devono ancora raffinare la tecnica. Purtroppo, la vera pecca di questa band è la voce, forse troppo flemmatica e monocorde.
Già il primo pezzo del disco, “Lettere Moderne”, risulta piuttosto ripetitivo, da far disperare di arrivare alla fine e continuando si sbadiglia abbastanza, eccezion fatta per “Boom”.
Anche “Supercar” non è male, ha un ritmo discreto, peccato per il testo e per l’inglese a cui Luciano, vocalist del gruppo, conferisce una pronuncia che lascia parecchio a desiderare; ma questa della lingua è una pecca di parecchie band italiane (specie, ahimè, quelle del Sud).
Buona l’idea di “Xself”, che si apre con una serie di voci raccolte da programmi televisivi di vario genere e telegiornali, sui cui il suono della canzone si sovrappone letteralmente, in un tipo di sperimentazione e variazione sul tema noise veramente originale.
Gli Entourage sono sicuramente bravi ma da una band attiva dal 2001 e con tanta esperienza alle spalle, ci si aspetta qualcosa di livello più alto.
E’ pur vero che questo è il loro primo lavoro e che, come dicono i prof a scuola, la prossima volta, impegnandosi di più, otterranno di più.
Autore: Veronica S. Valli