Chris Martin e i sodali Coldplay cercano di far scordare la falla del precedente Mylo Xyloto con questo nuovissimo disco Ghost Stories, disco che stando alla critica internazionale è l’opaca rinascita intima di una formazione che ha esploso in poco tempo e che non ha quasi più carichi da undici da giocare, nove brani in cui predominano elettronica ed una forte propensione per i temi introspettivi, riflessivi, il fantasma della ex moglie Gwyneth Paltrow e la voglia di andare avanti nonostante tutto in prima fila.
Ballate, uso spasmodico di vocoder, batterie elettroniche e campionamenti più uno sfizioso booklet disegnato da Martin e oggetto di una sorta di caccia al tesoro ( i fogli con i testi sono stati nascosti dentro libri sparsi in nove biblioteche del mondo ed il vincitore ha avuto un pass per il concerto londinese della band), fanno bottino ricco, ma di un lavoro che un po’ lascia a desiderare, poche le rifrazioni ritmiche Always in my head e Sky full of stars, tutto il resto è di sapore onirico con la pendenza del già sentito nonostante una cura al millimetro in ogni dove; un piccolo accento di grazia nell’acustica Oceans, archi e cori paradisiaci come nella bella Another’s arms o il touch electro-pop di Midnight, brani che comunque fanno sognare e rispettano in pieno la stilistica poetica della band, ma onestamente ci si aspettava qualcosa di più per risollevarsi dall’abbondante oblio in cui ci avevano lasciato tre anni orsono.
Disco di ricerca interiore e di nuove traiettorie, certo pesano molto le personalità dei membri e i cassetti pieni di ricordi da buttare al vento, ma questo è il gioco forza per spogliarsi dello ieri, altrimenti si rimane vestiti e oppressi nell’oggi e tanto più nel domani; questo deve avere pensato Martin nel momento focale delle scelte qui contenute, ma forse il mondo è già tanto preso dalle sue di storie che i fantasmi possono anche fare buona compagnia e consiglieri di buono e di conseguenza il tempo per dedicare ai fantasmini monelli dei Coldplay potrebbe venire a mancare.
Lavoro di transizione? Diciamo di si.
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autore: Max Sannella