In occasione del loro ritorno con l’album Silenzio Assenso, abbiamo deciso di fare qualche domanda agli Epo. A rispondere per il gruppo è, ovviamente, Ciro Tuzzi, mente, nonché ideatore di tutti i testi della band. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, in attesa di vederli dal vivo, cosa che qui a Napoli avverrà il 29 marzo al Duel:beat.
Dopo Il mattino ha l´oro in bocca avete passato un momento difficile. Cosa è successo? E come ne siete usciti?
Poco dopo l’uscita del disco abbiamo cominciato ad avere problemi con quella che allora era la nostra casa discografica. Problemi che sono diventati così grandi da farci decidere di rescindere il contratto. Poi una serie di coincidenze fortuite unite alla nostra volontà hanno fatto in modo che ci riappropriassimo del master del primo disco. Di lì la decisione di ripubblicarlo per l’etichetta Blend’r.
Come mai la scelta di chiamarvi Epo?
Ho una predilizione per i nomi di band brevi. Nel periodo in cui abbiamo pubblicato il primo disco era scoppiato lo scandalo del doping nel ciclismo. Uno dei magistrati che si occupava delle indagini si chiama Mario Conte come uno dei componenti della band, mi è sembrata una coincidenza simpatica!
Silenzio Assenso sembra voler trovare un filo a quello che è il pop rock cantautoriale italiano, senza scadere nel commerciale da classifica, me senza neanche ingessarsi su posizioni elitarie. Qual è la vostra idea di musica?
La nostra idea è quella di suonare quello che ci piace, senza limiti e/o palizzate. In tutti e due i sensi. Non ci preoccupiamo più di tanto se una canzone è troppo “accessibile” oppure troppo “elitaria”. Seguiamo esclusivamente il nostro istinto.
Qual è il peso specifico di ciascuno di voi all’ interno della band?
Oggi come oggi una band, soprattutto se vuole avere il controllo su tutte le sfere relative al fare musica deve dividersi i compiti. Io mi occupo della parte artistica insieme a Mario. Daniele è il responsabile dell’etichetta e si occupa delle relazioni esterne (ufficio stampa, ecc.). Alessandro e Peppe si occupano dell’aspetto organizzativo del live degli Epo.
Poi ovviamente questi ruoli sono intercambiabili a seconda delle esigenze e del momento…
I tuoi testi sono molto intimi, quasi in antitesi con la tecnologia di cui fate uso. Come si sposano queste due caratteristiche?
Cerchiamo di fare in modo che il testo e la melodia resti il fulcro della canzone.
Come mai avete scelto di reinventare proprio Catarì?
Per fare omaggio a Mario Musella, cantante degli Showmen. Infatti la versione presa a riferimento è stata proprio la loro.
Come descrivereste questo Silenzio Assenso?
Un album pop con una coscienza!
Cosa ascoltate in questo momento?
Neil Young, Solvent, Divine Comedy…
E cosa leggete?
Gomorra.
Una domanda che ho già fatto parlando con gli El-Ghor, ma mi piacerebbe sapere che ne pensate. Sembra che in Campania, musicalmente parlando, ci sia un bel po´ di fermento ultimamente. Quanto questo può incidere questo sullo sviluppo della scena partenopea e campana in generale?
Vedo anche io un bel fermento musicale in Campania, credo che ci sia bisogno di qualche gruppo che riesca a superare le barriere del successo di nicchia per portare la giusta attenzione su una scena frammentata e molto creativa.
Se dovesse scegliere di fare una cover, ora, quale canzone scegliereste?
Al momento sceglierei Killer di Adamsky, una canzone house della fine degli anni ottanta.. il vocalist di quella canzone era Seal. Una canzone fantastica!
Non posso non chiedervi se avete visto Sanremo. Cosa vi è piaciuto e cosa no?
Ho ascoltato la canzone che ha vinto il festival, non è male. Di li a dire che potrei comprare il disco, ce ne passa!
Un vostro sogno futuro?
Suonare, suonare, suonare.Autore: Francesco Raiola
www.epo.na.it – www.myspace.com/epospace