La scomparsa di una pietra miliare della musica di tutti i tempi ha negativamente impressionato l’intero pianeta. Vari sono stati i murales, le parate inglesi, le serate di commemorazione da parte di colleghi musicisti (e non). L’11 febbraio 2016, è stato il primo mesiversario della fine di una vera e propria epoca: David Bowie non può essere definito in altri termini. E così, scartabellando tra i miei libri esattamente come un mese fa, mi sono ritrovata a sfogliare “Haddon Hall”, graphic novel che racconta la nascita del personaggio di Ziggy Stardust in un momento storico imprescindibile: i favolosi anni ’70.
Firmato Néjib, il tomo è edito da Bao Publishing ed è stato pubblicato nel marzo del 2013. Il sottotitolo recita “Quando David inventò Bowie”, e mai l’autore avrebbe potuto esplicare in modo più chiaro e pertinente il suo intento. Già dalla copertina ne intuiamo i caratteri grafici, le linee sicure e sottili, la pulizia dei colori brillanti che ci mostrano una Londra sicura (e piovosa) in cui stavano per vedere la luce correnti come quelli della cultura glam, in cui spicca il nome del Duca Bianco. L’estetica glam musicale del Regno Unito (e non solo) si proponeva come alternativa a generi boriosi e politicamente schierati che avevano caratterizzato il periodo immediatamente precedente, e che venivano incanalati in quello che fu definito “Flower Power”. Le utopie, quindi, furono ricoperte di lustrini e curatissimi preziosismi, monili inutili che contribuivano a rendere quel nuovo genere assolutamente perfetto. E tutto ciò è precisamente descritto dal punto di vista grafico grazie allo stile semplice e inconfondibile di Néjib che descrive – soprattutto attraverso colori splendenti e senza sfumature – il passaggio da un’epoca all’altra attraverso gli occhi di una casa.
Sì, perché l’intera narrazione è affidata alla nuova casa in cui David si trasferisce con l’allora moglie Angie, giovane piena di idee ma priva di talento. L’abitazione farà dunque da Grande Fratello, assistendo a qualsiasi avvenimento restando imparziale. Accoglierà artisti del calibro di John Lennon, partendo dalla sfrontatezza un po’ matta di Syd Barrett, finendo con l’aggressività di Iggy Pop che gli farà cambiare radicalmente stile. Il tutto accompagnato dai problemi familiari di Bowie, trattati con estrema sensibilità e dolcezza: la malattia di suo padre, i problemi di suo fratello Terry, mentalmente instabile, la sua eccentricità ma soprattutto l’arrivo di una nuova vita: meravigliosamente descritto è l’attimo in cui Angie, dalla vasca da bagno, annuncerà a David di aspettare un bambino, quello che poi sarà ribattezzato “Zowie”. Un percorso imprescindibile narrato dalla voce imparziale di una casa che a tratti, di fronte al dolore, si sente impotente, ma che al cospetto di circostanze piacevoli torna serena insieme agli inquilini. Néjib rievoca quindi l’aura mitica di Carnaby Street, dei festival musicali londinesi, e dei film come “Arancia Meccanica” di Kubrik che sconvolgono, condizionando la collettività, primo fra tutti lo stesso Duca Bianco che, uscito dal cinema, sarà pervaso da un’idea geniale.
Mai fumetto fu più adatto a ricordare un pilastro come David Bowie e la nascita di Ziggy Stardust, personaggio che l’avrebbe confermato al successo mondiale. Assolutamente da leggere.
autrice: Lorenza Carannante