…da Ercolano, all’inseguimento del beat giusto: la passione per i dischi della Ninja Tune e della Mo’Wax, i ricordi d’infanzia e i clubs milanesi, i progetti e le collaborazioni, il lavoro e le vacanze… Di tutto questo abbiamo parlato con Ferdinando Miranda aka Dj Pandaj.
Ciao, so che sei appena rientrato in Italia da una lunga vacanza in Thailandia, ti va di raccontarci qualcosa (sensazioni, aneddoti, consigli di viaggio…) riguardo a questa tua recente esperienza?
Il mio primo viaggio in Asia si è rivelato una piacevole sorpresa, in Thailandia ho trovato cordialità, rispetto, tecnologia, creatività e una forma di contatto umano davvero sincero. Un mese per un viaggio è un lasso di tempo che ti permette di conoscere più a fondo come si vive dall’altra parte del mondo rispetto all’Italia. Musicalmente ho fatto ricerca sulle tradizioni della storia Thailandese scoprendo suoni percussivi e ipnotici davvero affascinanti. La melodia del canto, sempre evidenziato da strumenti classici come il Saw-Sam-Sai, un arco a tre corde dal suono dolcissimo. Consiglio a tutti di fare questo viaggio (se possibile lontano dalle classiche mete turistiche) anche al più scettico nei confronti di civiltà diverse da quelle occidentali, perché per alcuni aspetti ci si rende conto stiamo peggio di loro…
Per i lettori di Freak Out che non ti conoscono, riesci a sintetizzarci in poche righe il tuo percorso di dj e produttore?
La mia è una storia lunga, ricca di esperienze che hanno contribuito a farmi crescere come uomo e come artista. Sono cresciuto ascoltando migliaia di vinili, emozionandomi con le cuffie ad alto volume e a caccia di musiche che mi facessero venire la pelle d’oca. La musica mi ha sempre appassionato: ho cominciato a mettere i dischi per scherzo e per dieci anni ho fatto sia l’operaio che il dj, poi ho imparato a produrre e oggi la musica è per me una professione, una grande soddisfazione oltre che un incredibile risultato. Come dj e produttore diffondo e produco la musica che mi piace, distante dalle mode e dai trend dominanti perché cerco di comunicare con le persone in un modo vero e originale, diverso.
Qual è la specificità italiana del suono di “Herculaneum”?
Non vorrei sembrare snob, ma di italianità nel mio album a parte la melodia c’è ben poco, un po’ perché chi fa musica a mio parere si deve poter rapportare a tutti i possibili fruitori nel mondo, un po’ perché nella mia cultura musicale sono pochi dischi i italiani che mi hanno segnato e che risalgono almeno a trent’anni fa. Questo album raccoglie i frutti di più di dieci anni della mia attività di dj secondo l’insegnamento di label come Ninja Tune e Mo’Wax.
Com’è nata l’idea di utilizzare i testi originali di Plinio Il Giovane e di affidarli a Frankie HI-NRG Mc nel brano che dà il titolo alla raccolta?
Herculaneum l’ho preprodotta negli Scavi di Ercolano, un luogo che per me sin da bambino ha significato qualcosa di misterioso e affascinante, il mio bisnonno Biagio Formisano è stato per una vita il giardiniere degli Scavi e quando mio nonno raccontava storie sugli scavi fantasticavo avventure nel passato… Il brano ideato in strumentale rievocava per me un’atmosfera drammatica, visto che racconto in musica di un evento, l’eruzione del 79 D.C., che ha segnato la storia del vulcano più famoso e più studiato del mondo.
Dopo parecchi ascolti ho avvertito che mancava qualcosa, una voce che potesse raccontare la magia degli scavi e ho pensato che l’unico Mc in Italia con l’autorità culturale in grado di fare questa cosa fosse Frankie Hi NRG. Ci siamo conosciuti in occasione di un dj set a Milano e tra me e Francesco è subito nato il giusto feeling per poter collaborare, infatti anche lui è stato colpito dagli Scavi di Ercolano essendo i suoi genitori appassionati di archeologia.
L’idea di utilizzare un estratto in latino della lettera di Plinio Il Giovane è venuta a Francesco e credo sia la prima volta che l’hip-hop incontri una delle lingue più antiche del mondo, un’idea davvero originale e innovativa così l’ho invitato in studio e in 40 minuti abbiamo registrato la traccia. Francesco è un grande professionista con il quale ho instaurato un ottimo rapporto di amicizia e sono molto felice che sia tra gli artisti del prossimo festival di San Remo. Ci tengo a sottolineare che tutti gli artisti che hanno partecipato al progetto Herculaneum sono stati per me oltre che dei collaboratori eccezionali anche delle persone straordinarie, da Esa a Georgeanne Kalweit, Ardimann Mc, Andrea Libretti, i Noego in Jazzrevolver e Paolo Pischedda.
Hai in agenda un tour promozionale per il tuo disco? Nel caso ti presenterai al pubblico affiancato da un vero e proprio gruppo?
Sto cercando di affidare questo compito ad un agente e spero quanto prima di poter portare in tour Herculaneum, proprio per questo ho ideato tre tipi di show in modo da potermi proporre in diverse situazioni. Il live con i musicisti, testato l’estate scorsa in cinque date con Leziero Rescigno alla batteria, Giovanni Calella al basso, che hanno prodotto tutto l’album, Pilot Jazou campionatore e rhodes, Esa The Funky Prez, Georgeanne Kalweit e Ardimann Mc. Oppure il live con macchine giradischi e i vocal guest ed il live “allmanband” con macchine e giradischi.
Tutti questi show sono accompagnati da un dvd appositamente montato sulle musiche del mio album da Giuseppe Romano aka Stub 43, autore della copertina del disco con il quale ormai collaboro stabilmente da parecchi anni.
I tre dischi che ti hanno cambiato la vita?
Accidenti è davvero difficile fare tre nomi, ci sono tanti dischi che mi hanno segnato tra questi sicuramente Donuts di JDilla, Endtroducing di Dj Shadow, Face To Face With The Truth degli The Undisputed Truth.
Cosa consiglieresti ad un giovane dj che sta muovendo i primi passi armato solo della sua valigetta di vinili…?
Consiglierei di non farsi incantare dalla logica del club commerciale, essere umile e trovare il proprio stile andando a fondo sulle proprie scelte. Oggi emergere è molto più difficile, ma la coerenza in fondo ti premia, c’è il supremo giudizio della rete…
Tu che vivi e animi la night-life milanese, quali locali e quali serate ci consigli nel capolouogo lombardo?
Milano è una città fortemente legata alla moda, i locali e gli stessi dj riflettono questa condizione e negli ultimi anni è quasi scomparso l’approccio culturale alla musica. Molti grandi artisti internazionali non passano quasi più, eccezione fatta per alcune occasioni trainate da grossi sponsor che organizzano eventi. Esiste per fortuna una nicchia di popolo della notte, me compreso, che si diverte con buona musica lontana dai clichè ad esempio la serata Reset al Sottomarino Giallo o le Funky night al Biko.
Se vogliamo vederti all’azione e sentire la tua musica dove ti possiamo trovare?
Il 23 Gennaio al Ragoo suonero’, insieme ai musicisti con i quali collaboro, al Bastian Contrari Festival, rassegna sui vizi capitali, affronteremo l’invidia tra jazz e Hip Hop, dove improvvisando sonorizzeremo dei montaggi su Michelangelo Antonioni. www.myspace.com/bastiancontrari
Il 2 Febbraio invece sarò al Bitte dove aprirò la serata per i Freestylers, ve li ricordate?
Presto andrò a Londra al The Elbow Room e Amsterdam ma non voglio per scaramanzia dire dove…
La tua scaletta “cool” del momento?
Top five!!
Yesterday New Quintet_Vibes from the Tribes Suite (For Phil)
Dj Vadim_Talk To Me feat. Sena
Beef Wellington_Slightly Elevated
Common_The Game
Gift of Gab_UFC feat Dj Shadow
Prossimo viaggio in programma?
Adoro viaggiare e quest’anno se riesco voglio andare a Tokyo, visto che non ho mai visto il Giappone..e anche New York, dove invece amerei tornarci, magari a svaligiare qualche negozio di vinili…Autore: Guido Gambacorta
www.djpandaj.com