Esce, finalmente, dopo essere stato anticipato da tre singoli, Glorious, Broke e Frontline, l’album di esordio dei Captain, una delle band più talentuose del circuito londinese al momento in circolazione. La EMI se l’è astutamente catturata, e i Captain sono destinati a diventare, se non proprio famosi (non ci sbilanciamo per ora) almeno conosciuti anche qui da noi. Perché la loro musica è facile, melodica, piacevole, pur non essendo affatto commerciale. Con This is Hazelville, sfiorano l’album perfetto: su undici pezzi, 8-9 colpiscono al primo ascolto, e reggono bene anche agli ascolti successivi. Oltre i singoli, bellissime sono anche Hazelville, la track che apre l’album, dolce, raffinata e suggestiva, e un tradizionale rock and roll come This Heart Keeps Beating for Me, nonché la ballata acustica Summer Rain. Insomma un prodotto ben confezionato davvero, certo senza distaccarsi dalle regole del mercato più standard, come la release dei classici tre singoli, seguiti da altrettanti video, disponibili anche sul sito della band.
Ma se il mercato a volte è in grado di fornire musica di qualità, ben venga: e questo è il caso senz’altro dei Captain, una band dalle sonorità fortemente bretoni, quasi celtiche diremmo, tanto da far ricordare i Cranberries se si eccettuano le schitarrate più densamente rock e la voce ovviamente inimitabile di Dolores O’ Riordan.
Ma, per il resto, quello dei Captain è un ottimo pop-rock melodico fatto di atmosfere e armonie più che distorsioni e grida, e a funzionare molto in questo senso è la doppia voce maschio-donna in quasi ogni pezzo, di Rik Flynn e Clare Szembek, sorretta dalla precisa batteria di Reuben Humphries, dal basso di Alex Yeoman e le chitarre di Mario Athanasiou. E’ facile intuire anche dai nomi che siamo in presenza di una band londinese che si avvale dei contributi di Grecia e Est Europa, oltre che di tributi provenienti dall’Irlanda delle brughiere. E tutto questo c’è e si sente nell’album, e funziona benissimo. Davvero consigliabile a chi ama le melodie ben strutturate e odia le sperimentazioni.
Autore: Francesco Postiglione