Dopo aver letto diverse recensioni più che negative, quando mi sono ritrovato tra le mani “Odditorium or Warlords of Mars”, l’ultimo lavoro dei mai-troppo-amati Dandy Warhols, mi sono preparato al peggio. Ora, partendo dal presupposto che i DW sono creature amorfe, capaci di tutto, di creare un tormentone come Bohemien like you (ma davvero era la più orecchiabile e commerciale dei DW?) o di passare completamente inosservati come con il loro precedente “Welcome to the monkey house”, devo dire che forse quest’album ‘sta grande schifezza proprio non è. Abbiamo ascoltato di peggio. Inconfondibile il marchio vocale di Courtney Taylor-Taylor, con la sua voce modellabile (ma non troppo), forse i Warhols si perdono un po’ quando vogliono fare gli alternativi a tutti i costi, quando alternativo non è sempre sinonimo di qualità, come nei 7 minuti e 32 di “Easy” o i 7 e 10 di “Holding me up”, piuttosto che nell’annacquata “Love is the new feel awful (che, bisogna dirlo, parte non male). Ma già con le trombe di “All the money or simple life honey” si cominciano a vedere raggi di sole, che aumentano con il simil country-rock di “The new country”. “Smoke it” accompagnato dalla voce urlata di Taylor-Taylor, è il singolo più ovvio, mentre con “Down like disco”, probabilmente il miglior pezzo dell’album, potremmo riprendere a ballare lì dove ci siamo fermati dopo “Bohemien like you”. Ma con “There is only this time” i DW ci riportano, invece, nei territori monotoni della ricerca del colpo di genio (?). E allora sorge una domanda, o meglio ci riattanaglia un dubbio. Perché non rimanere nelle conosciute lande del psichedelic rock invece di buttarsi nella sperimentazione a ogni costo? Dandogli un’ennesima opportunità aspetteremo il prossimo album, ma per favore, non deludeteci. Dandy sì, ma fino a un certo punto.
Autore: Francesco Raiola