Un tempo esistevano le band. Entità coese, ogni tanto un turnover magari, ma l’impressione era che, una volta in un gruppo, un musicista non facesse nient’altro. Side-project sembrava una parolaccia, al massimo qualche disco solista, rigorosamente a proprio nome per non confondere le idee. Oggi invece sembrano esserci più entità “parallele” che band tout-court – cosa anche aritmeticamente possibile, se vogliamo –, spesso e volentieri portatrici, nel caso di progetti solisti, di “ingannevoli” nomi “collettivi”.
Come questi Bruces, alias Brian McManus (e “volontari” in aiuto: ma si può parlare di vere e proprie pedine?), già al lavoro con Vic Chesnutt, Bright Eyes e soprattutto – anche perché in pianta decisamente stabile – Lambchop, i cui impegni hanno sicuramente condizionato la continuità di tale progetto – nato non da poco ma già da una decina d’anni –, al punto da far passare ben 7 anni tra debut e “sophomore” album.
“The Shining Path” è l’ulteriore episodio a seguire, dopo “appena” due anni di pausa, ma è quello con cui entriamo a contatto con McManus/Bruces, autore di quei “distesi” paesaggi sonori tanto eloquentemente fotografati in copertina come in vari song-titles (‘The Electric Halo’, ‘Beautiful Slanted Northern Light’ e via a seguire), e suona come un compendio dello stato dell’arte in campo country-folk. La voce cristallina di McManus rimanda in alcuni episodi alle ugole aurorali di un Tim Buckley (anche se, quasi ovviamente, diminuita dei virtuosismi del compianto), laddove il sound risente inesorabilmente delle features stilistiche delle formazioni con cui è a contatto (Bright Eyes, appunto, o Lambchop, anche se al netto della brillantezza soul dei fiati di cui l’orchestra di Nashville dispone) così come di moderni portavoce del verbo roots come i Wilco.
Né mancano timidi accenni a quella porzione “storica” di musica acustica che, a cavallo di 60 e 70, ha saputo restare impermeabile tanto allo scorrere del tempo quanto al terremoto giovanile di quegli anni, ancorato quindi alla dimensione placidamente rustica in cui lavori del genere vengono più congenialmente concepiti, al di qua come al di là dell’Atlantico. L’essenza di “The Shining Path” è qui: canzoni scritte con un cuore che si lascia accrezzare dalle brezze del midwest mentre in contemplazione della quiete di sconfinate praterie. Incurante di ciò che possa accadere al di fuori di tale orizzonte.
Autore: Bob Villani