Disco capace di sollevare, in queste settimane, un accanito dibattito tra i fan e tra gli addetti, in rete e sui giornali specializzati, questo sesto dei torinesi Linea 77 mantiene il consueto impatto metalcore, con la produzione potente e moderna cui ha collaborato Toby Wright (Korn, Slayer, Alice in Chains, Fear Factory), ma al contempo porta in seno alcuni cambiamenti strategici nella musica della band, cambiamenti neanche così rilevanti, tutto sommato ma, trattandosi della più pregiata band alternativa italiana da esportazione degli ultimi anni, logico che l’attenzione intorno ad essi sia così alta. Le novità: tanto per cominciare, il passaggio dalla Earache alla Universal, poi, rispetto al passato, molte più canzoni cantate in lingua italiana, ed inoltre la presenza che non può passare inosservata, in una canzone intitolata ‘Sogni Risplendono’ (qui il nuovo videoclip), di un ospite quale Tiziano Ferro, stella del pop nazionale, ma anche concittadino e a quanto pare imprevedibile ammiratore di lungo corso del quintetto rock. ‘Horror Vacui’ è un disco con ottime canzoni: quelle in lingua inglese, in particolare, sono tra le migliori mai scritte dai Linea 77, e mi riferisco non solo al potenziale singolo ‘The Sharp Sound of Blades’, nello stile dei Deftones di ‘Back to School’, ma soprattutto a ‘Overload’ e ‘Touch’, due canzoni tra l’hardcore new school e l’isteria dei Korn, in cui Chinaski (chitarra), Dade (basso, chitarra) e Tozzo (batteria) fanno un lavoro superbo, e che dal vivo incendieranno l’aria, mentre le canzoni in italiano pure vanno a segno, ma qualche volta zoppicano un po’ nei testi, almeno rispetto ad ‘Evoluzione’ ed ‘Inno all’Odio’ del disco precedente del 2005, l’indimenticabile ‘Avaliable for Propaganda’. Ad ogni modo, una maglia d’acciaio temprato con parti new metal, hardcore e screamo – con qualche squarcio di melodia – come non se ne vedeva in Italia da tanto tempo – e la mente vola ai loro maestri, i Negazione… – in cui i due cantanti Emo e Nitto bruciano di vita, urlano di rabbia e gioia, ma soprattutto tentano, nei testi, di parlare del provincialismo – ‘La Nuova Musica Italiana’ – e dell’ipocrisia – ‘Sempre Meglio’ – della nostra società nonché, nel singolo ‘Il Mostro’, della solitudine, della superficialità, del disimpegno, e della “maledetta apatia generazionale del cazzo” che attanaglia i ventenni di oggi: tema molto presente, negli ultimi mesi, anche nei recenti dischi di Caparezza e Baustelle. La scelta di cantare di più in italiano, inevitabilmente accontenta una parte dei fan e ne scontenta un’altra, ma resta ad ogni modo legittima, e spetta a loro soltanto; semmai potrebbe rispecchiare l’intenzione della band di rivolgersi prevalentemente, d’ora in avanti, al mercato italiano, e se così fosse sarebbe un peccato, perché da tanto tempo si sente il bisogno di un gruppo rock italiano che sappia imporsi anche all’estero. L’alternarsi di canzoni in inglese ed in italiano viene il più possibile amalgamato dalla scelta di serrare i brani, eliminando in alcuni casi il silenzio tra una traccia e la successiva, che così risultano agganciate tra loro: operazione in parte riuscita, ma sembra talvolta, ai primi ascolti, di sentire due gruppi diversi che si alternano. ‘Horror Vacui’ è un lavoro probabilmente di transizione verso una forma definitiva, tutta da vedere, nel futuro prossimo. Intanto, continuiamo a sognare un disco live ufficiale della band. Sarebbe bellissimo.
Autore: Fausto Turi