Ci sono dischi che colpevolmente finiscono in un cassetto. Uno di questi è l’omonimo debutto dei Mudlarks. Colpevolmente, dicevo, perché il disco in questione è un ottimo album e avrebbe meritato senz’altro un’attenzione immediata. Ma vediamo di recuperare. In attività dal 2001 la formazione vicentina ha pagato il proprio debito nei confronti del punk settantasettino spargendo brani su compilation varie e pubblicando nel 2004 l’Ep “R’n’R War”. Quattro brani che hanno aperto ai Mudlarks le porte degli States dove lo stesso anno hanno tenuto una serie di date compagnia di Dickies e Lurkers. Qualche inevitabile assestamento nella line-up, poi per il quartetto vicentino è tempo del primo atteso album. In studio con loro c’è Giulio “Ragno” Favero, ex chitarrista di One Dimensional Man e noto produttore indipendente. Il risultato di questa collaborazione traspare dalle dieci tracce di “Mudlarks”: non più punk in senso stretto ma una miscela rock’n’roll a tutto tondo, come si evince sin dalle prime battute di “Planet Love” dall’andamento sbilenco e vagamente crampsiano. La voce di Alice, potente ed evocativa, è l’elemento distintivo del sound della band. Un sound che non dimentica la lezione del punk, come ci dicono le chitarre abrasive di “Blues Drivers” e “Strange Days” (niente a che vedere con i Doors), ma che si apre ad altre contaminazioni e si arricchisce in ogni brano di sfumature diverse.
Così se in “Teenage Time” fa capolino una venatura pop, nelle trame spesse di “The Boys Next Door” siamo dalle parti della Detroit post-Stooges, Destroy All Monsters o giù di lì, mentre la veloce “Plastic” mischia Avengers e Devo, il sax della conclusiva “Gimme Some” rimanda agli X-Ray Spex e l’attacco di “Flattering Girl” ricalca addirittura la “Lucifer Sam” floydiana. Si tratta tuttavia di influenze appena accennate, segno di personalità e freschezza compositiva: i Mudlarks hanno assimilato i classici, ma nella loro originale formula sonora, li tritano e shakerano a dovere, per poi risputarli in una forma nuova e assolutamente convincente.
Autore: Roberto Calabrò