20 anni, viene da Oldham, Manchester. Ha già numerosi EP su Bandcamp e un album del 2013 Bowler Hat Soup, con cui ha fatto il suo debutto musicale. Ora esce Grapefruit, per la Moshi Moshi Records, e si prepara a un tour nel Regno Unito, con una tappa al Victoria, a Londra, già svolta l’ 11 gennaio con successo.
Un talento assoluto, questo Kiran Leonard, che sin dalle prime note si vede essere cresciuto a colpi di Beck, Jeff Buckley, e un pizzico di Radiohead. Incidere a vent’anni una canzone di 15 minuti buoni, Pink Fruit, che è anche il suo primo singolo, non è roba da poco. Così ha scritto Stereogum su Pink Fruit: “Molto della canzone è un ampio collage, con la qualità commerciale e di improvvisazione dei Broken Social Scene, salvo che qui viene tutto da una mente sola. E’ un viaggio che vale la pena fare, di quelli che giustificano la lunga durata della canzone”.
Non si può non essere d’accordo, anche perché il tema del testo non è di quelli da poco: bullismo a scuola, crescere e acquisire consapevolezza della propria mascolinità..
Tuttavia, se già dopo il primo ascolto non si può che fare tanto di cappello a Leonard, bisogna anche dire che nell’album c’è tutta tecnica, testa, e poco cuore e poca melodia. Solo in Caiaphas in Fetters viene fuori un po’ di passione, di sangue, ed è proprio il punto dove si ostenta di più il legame con Buckley, ma per il resto i cambi di ritmo, le improvvisazioni, le dissonanze, le distorsioni, le trasformazioni interne delle canzoni, i cambi di tema, sono una grande esibizione di talento e di bravura musicale, ma non conquistano. Ondor Gondor (altro pezzo da 8 minuti, per inciso) ricorda da lontano certi pezzi dei Radiohead, ma appunto quelli più cerebrali, deliranti, e l’intero album Grapefruit è un delirio musicale studiato e pensato con attenzione, di quelli da farti venire il mal di testa.
Si ha l’impressione di trovarsi di fronte un cavallo di razza purissima ma senza briglie, con moltissime idee e tanti mezzi, ma non ancora un fuoco interiore su cui concentrare la sua ispirazione musicale. Il botto musicale c’è stato: ora la crescita deve essere tutta spirituale.
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autore: Francesco Postiglione