Questo disco è stato una sorpresa. Conoscendo solo il lato “elettronico/dance” di Alex Gopher (da solo o nel progetto Superdiscount), tra i produttori-dj più apprezzati e famosi al mondo, ignoravo fosse capace di scrivere pop songs così interessanti.
Poi leggo nella sua biografia dei trascorsi in una band chiamata Orange, di cui facevano parte anche Jean Benoit Dunkel e Nicolas Godin (oggi con gli Air), che ritroviamo come ospiti nel disco, e tutto torna.
Sono proprio gli Air che vengono in mente negli episodi più languidi e dilatati (“Isn’t it nice”; la sussurrata “The white lane”), mentre altrove troviamo splendidamente rielaborati influssi new wave-post punk (Talking Heads, XTC) interpretati con attitudine dance-rock, come in “Carmilla”, nell’ottima “Brain leech” (pezzo forte del disco – non a caso proposta in due versioni – dalla melodia memorabile…) o nel pezzo d’apertura, “Out of the inside”, dove chitarre, beat e suoni elettronici sono intrecciati con straordinaria fluidità.
Alex Gopher non teme neanche di confrontarsi con ballad acustiche “nude e crude” come “Song for paul”, in cui mette in evidenza la sua vena da songwriter di classe.
A dargli una mano, oltre gli ospiti già citati, ci sono anche Olivieri Libaux (Nouvelle Vague) e la cantante Elena Noguerra. La produzione è affidata al suo “compagno di viaggio” Etienne de Crecy, non proprio l’ultimo arrivato.
Da applausi.
Autore: Daniele Lama