L’etichetta discografica calabrese Picicca – che ha in catalogo tra gli altri Giuradei, Brunori Sas, Dimartino, Il Sindaco, Maria Antonietta e Bobo Rondelli – lancia il giovane cantautore toscano Lucio Corsi con un album formato da due EP, il primo inedito il secondo pubblicato l’anno scorso, per un totale di 10 canzoni.
Nelle canzoni di Corsi c’è vivacità, surrealismo, innocenza e quell’attitudine poetica naif che permette di travisare la realtà, la quotidianità, per raccontarla da prospettive diverse, più ampie, magari mettendo un po’ in crisi il grigiore, il razionalismo, i punti di vista e le risposte uniche che alcuni vorrebbero giuste per tutti.
È forse nonsense, la canzone di Corsi? Preferiamo non definirla così, memori dell’utilizzo svilente che si fece negli anni 70 di quest’etichetta con riguardo a Rino Gaetano, giudicato di volta in volta non schierato, non chiaro, non impegnato e dunque qualunquista, disfattista. Le canzoni di Lucio Corsi rispettano del tutto la forma classica cantautorale italiana e tanti sono i riferimenti che vi si possono cogliere ad autori del passato che non staremo qui ad elencare, mentre le musiche presentano arrangiamenti semplici per chitarra acustica, basso, batteria e qualche volta armonica e violino, con scelta delle parole, nei testi, fatta in base anche alla loro musicalità; il sapore della ruspante provincia italiana sta nell’accento toscano del cantante, che ogni tanto fa capolino conferendo ai brani una naturale cordialità che ben si sposa con i ritmi sostenuti e la timbrica netta e priva di fronzoli delle schitarrate.
Alcuni brani hanno il rango del classico minore del pop – più di tutti ‘Alieni‘, ‘Canzone per Me‘ e ‘Godzilla‘ – da canticchiare per un po’ e poi magari dimenticare fino al prossimo ascolto; lo stile ricorda anche il Bob Dylan del Greenwich Village o il Syd Barrett solista; in questi due EP talvolta manca un pizzico di peso specifico e mentre la forma musicale risulta non innovativa possiamo tuttavia ravvisare l’originalità della proposta proprio nell’eccentricità, nella leggerezza e nella schiettezza, apprezzabile perché rafforza una via italiana al pop naif, abitualmente poco battuto.
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autore: Fausto Turi