In origine c’era il coro. Poi sulla scena della tragedia greca prese importanza l’attore (il “protagonista”), che viene affiancato da un secondo attore (“deuteragonista”) e poi da un terzo (“tritagonista”). Questa dialettica a tre voci viene “accelerata” dall’irrompere di un antagonista. Woody Allen ama la forma d’arte portata ai vertici da Sofocle, che nell’Antigone scriveva: “Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’uomo”. Perfetto: il regista di “Manhattan” nei suoi ultimi film, con la parentesi pochade di “Scoop”, cerca l’uomo come non aveva mai fatto prima.
I thriller “Match Point” e “Sogni e delitti” (titolo vero, e più bello, Cassandra’s dream”) marciano su binari del film di genere, reso prezioso da intuizioni d’autore qua e là. L’ultima fatica, quella di cui discutiamo, è la più fedele alla lezione. E’ la storia di due fratelli buoni a nulla che hanno bisogno di soldi. Un parente ricco può aiutarli a patto che loro, i nipoti, riescano a sistemare un tizio che può testimoniargli contro.
Faccia-da-teppista Ewan Mc Gregor (che per tutti rimarrà sempre “quello di Trainspotting”) è dunque protagonista. Il fratello, interpretato da un ispirato Colin Farrell è deuteragonista, e lo zio Edward-Tom Wilkinson, fa il terzo attore. La tensione innescata dal trio partorisce il film: a svezzarlo ci pensa suo malgrado l’antagonista, il “nemico” mister Burns (Mark Humbers). Penserete: quasi tutte le storie su pellicola hanno bisogno di una simile architettura. Vero, a parte i film di Ozu.
Ma Allen, credo, dopo quasi 50 lungometraggi (cinquanta!) ha scolpito la materia. Spolpa il corpaccione del dramma, ne porta avanti lo scheletro. Sul grande schermo si rappresenta il gioco delle parti, nudo, verificabile, caricato di senso nonostante, o forse grazie a dialoghi essenziali. I fratelli dicono una battuta per uno. Ho vinto a poker, ho perso ai cani, mi presti la Jaguar, sei giù? sono a posto, beviamo prima il drink, varchiamo il confine. Unica inessenziale è Hayley Atwell alla quale, viste le tette, sono concesse frasi ad effetto. A sbrogliare il groviglio della sottile, semplice, trama tessuta riesce solo la morte. Come per “Scoop” la morte galleggia sull’acqua, al largo, quando il Fato arma la mano e intorno è natura immobile. E la parte del coro chi la fa? Donne, mamme, fidanzate, conviventi. Sono la coscienza, che mette in guardia ma che può poco, nulla, contro la sentenza delle Moire, più alte di dio (e la catarsi di Woody dietro la macchina da presa).
Autore: Alessandro Chetta