La classe non è acqua e la coerenza è dote rara. I Mudhoney sono tra i pochi gruppi/artisti che mantengono inalterate queste due qualità e come il buon vino migliorano invecchiando. Rimasti gli unici veri e indissolubili alfieri del verbo grunge, continuano con il loro sound graffiante e fendente che deve molto (se non tutto) agli Stooges e conservano quella sana incazzatura, per cui in quest’occasione ce n’è per tutti, soprattutto con la spazzatura digitale… come da titolo.
A cinque anni dall’ottimo “Vanishing point” i quattro di Seattle partono con l’intro shellacchiano di “Nerve attack” che va avanti decisa e martellante per proseguire con la stoogesiana “Paranoid core” esplodendo poi con il grunge primordiale in “Please Mr. Gunman”.
Sono particolarmente ironici e pungenti con il garage-punk a tratti psichedelico di “Kill yourslef” mentre con “Hey neanderfuck” trovano una volta per tutte la quadra tra il loro sound e quello di Iggy & soci. La rabbia emerge in modo impetuoso nella serrata “Prosperity gospel” e si rivelano particolarmente sferzanti in “21st century pharisees”.
Che dire di più? Suonando incazzanti, e con obiettivi precisi, i Mudhoney mantengono inalterata la loro verve grunge-punk. Eessenziale in questa mala tempora currunt!
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autore: Vittorio Lannutti