Uscito a fine settembre, dopo tre anni dal precedente disco Encores, Music For Animals è il nuovo enorme album di Nils Frahm, su etichetta LEITER, di cui Nils è co-fondatore insieme al suo manager Felix Grimm.
Con dieci brani che sfiorano le tre ore di musica, Music For Animals è un progetto completamente diverso da quanto realizzato fino ad oggi da Nils Frahm: per la prima volta non usa il pianoforte, nemmeno nella sua versione di tastiera elettronica. Registrato tra il 2020 e il 2022 al Funkhaus, il suo studio di Berlino, il disco è un tentativo di offrire un’esperienza immersiva, acquatica, in un mondo di animali alcuni dei quali acquatici (Mussell memory, Seagull Scene).
“La mia costante ispirazione era qualcosa di affascinante, come guardare una grande cascata o le foglie di un albero durante una tempesta. E’ positivo che ci siano musiche in cui la sinfonia segue uno sviluppo, ma una cascata non ha bisogno di un atto e nemmeno le foglie di un albero durante una tempesta. Ad alcune persone piace guardare il fruscio delle foglie ed il movimento dei rami. Questo disco è per loro” spiega Frahm.
In effetti, quello che cerca di fare Nils è generare musica anche da una sola nota. E’ quanto si ascolta in The Dog With 1000 Faces, o in Mussell memory, o Seagull Scene, tutti componimenti peraltro di oltre dieci e a volte venti minuti, in cui le variazioni melodiche sono veramente impercettibili.
E’ chiaro che un disco del genere riflette l’isolamento da pandemia e le lunghe ore passate dall’artista in studio. “Non succedeva niente e ho avuto la percezione che quel tempo speciale richiedesse un particolare tipo di musica” ricorda Nils.
Complice il Covid, è anche il primo album in cui Nils ha lavorato, anche se in modo idiosincratico, con sua moglie. “Come tutti, Nina ha dovuto trascorrere molto più tempo da sola a casa. Un giorno ha portato un picnic in studio, abbiamo aperto una bottiglia di vino, poi le ho mostrato il mio nuovo strumento, un’armonica di vetro. Quando ha provato a suonarlo sembrava incredibile e ho registrato quella prima interazione. In seguito, veniva un paio di volte a settimana in studio e ogni volta preparavo una piccola sequenza su cui dilettarsi. Non è esperta musicalmente, ma suonava con così tanta cura che la sua dedizione mi è stata d’aiuto, anche se solo per poche note, ma suonate davvero”.
Questo ricorda un famoso consiglio di Mark Hollis: “prima di suonare due note, impara a suonarne una..e non suonare una nota a meno che tu non abbia un motivo per suonarla”.
Nils ha provato a seguire questo consiglio: “Molta musica, secondo la mia modesta opinione, è decorata come un albero di Natale. Voglio solo avere l’albero, non perché ogni anno ci siano più decorazioni, ma perché ogni canzone possa essere parte della stessa struttura. Preferisco dare l’idea di cosa potrebbe essere una canzone, lasciando l’ascoltatore libero di creare la sua composizione nella sua mente. Per me questo è un elemento fondamentale nella mia musica: che tu, ascoltatore, ti possa ritrovare” .
Tuttavia questo concept album è in realtà molto meno di un disco, e anche meno di un vero e proprio progetto. E’ qualcosa che Nils ha composto per sé probabilmente, per la sua soddisfazione artistica, e che legittimamente regala agli ascoltatori ma attenzione perché la delusione è in agguato.
L’albero di Natale senza decorazioni rimane albero ma questo disco è spoglio anche di musica. Vi sono solo suoni, a volte quasi rumori. La nota unica non è musica, e anche se Nils è da sempre vicino al minimalismo, stavolta però manca la melodia, che nella sua forma essenzialista era proprio ciò che caratterizzava il prezioso e meritorio lavoro di Frahm sin dagli esordi.
L’evidente tentativo di andare contro corrente fino all’estremo è evidente peraltro anche da questa dichiarazione: “Provo una certa frustrazione per l’uso funzionale della musica di questi giorni, tutte queste playlist con nomi come ‘musica per dormire’, ‘musica per concentrazione’, ‘musica per masturbazione” – ride Frahm. “La musica sembra sempre aver bisogno di fare qualcosa di utile e questa è una logica imposta dal mercato: il cliente ha bisogno di qualcosa, la musica dovrebbe fornirlo, altrimenti ‘you’re fired!’. Con questo album non c’è un pubblico specifico e non è stato adattato a nessuno scopo in particolare. Ma in effetti sembra piacere a molti animali con i quali ho passato del tempo in questi ultimi mesi….”
Con una durata di tre ore, Music For Animals non è solo ambizioso, ma probabilmente anche improponibile. E’ una sfida sonora contro i tempi moderni che richiedono fretta e fruizione di musica liquida. Nils invece offre all’ascoltatore una sorta di Buddha Bar personale, musica da concentrazione e meditazione pura. Nei momenti migliori, in cui c’è variazione tonale e melodica , c’è un inizio e un crescendo, come in Sheep in black and White, o The Dog with 1000 Faces, è musica ambient colorata in maniera personale, spesso molto dark. Ma nei momenti peggiori (in Stepping Stone, in World of Squares, persino nel singolo Right Right Right, o in Mussel Memory dove si contano tre note in tutto) finisce per diventare non-musica, anche perché la lunga durata dei pezzi non aiuta l’evoluzione interna del brano. Soltanto Briefly (che a dispetto del titolo dura 27 minuti) o Lemon Day sono un vero componimento musicale integro ed intero, con tanto anche di embrione di ritmo.
“Tutto torna a quella cascata. Se vuoi guardarla, guardala. Se non lo vuoi, allora non devi”. Cascate a parte, preferiamo ascoltare il dolce suono del suo piano, di cui resta un maestro.
autore: Francesco Postiglione