Qualcuno tra i lettori più attenti alle vicende del garage anni Ottanta ricorderà il nome di Orin Portnoy, un’autentica leggenda con Outta Place, Optic Nerve e Lone Wolves, che ora ritorna in pista circondato da altri tre brutti ceffi per riecheggiare i “Bad Old Days”, come afferma apertamente il secondo titolo nella scaletta di “Look”, album di debutto della formazione a stelle e strisce. Da uno col pedigree di Portnoy si sa cosa attendersi e però mai avremmo detto che i quattordici brani in programma potessero essere talmente eccitanti. Sì, perché i 16 Eyes non fanno prigionieri, suonano garage-punk con una forte impronta beat per il solo piacere di vibrare e farci vibrare al suono di una musica immortale a cui la definizione di “passatista” fa un baffo. Hanno l’attitudine giusta i quattro di stanza a Phoenix, conoscono a menadito la materia e la declinano con forza comunicativa passando da classiconi come “Leaving Here” a brani dal tiro mod come “Zip Code”, da episodi freakbeat (“Stupid Little Girl”) a pezzi dalle evidenti influenze psych (“Float”) fino agli immancabili garage-killer, deraglianti e ultrafuzzati (“Your Advice”, “Know Know”). C’è tutto un mondo in questi solchi, da scoprire e ballare. Non mancate di farlo vostro.
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autore: Roberto Calabrò