Cari Kiss Me Deadly, leggo sulla vostra biografia che siete di Montreal (eh si, l’invasione di band canadesi è ormai inarrestabile…), e avete iniziato come gruppo emo-post-punk, dichiaratamente ispirato al suono di casa Dischord. Ora avete deciso di cambiare rotta, cimentandovi in questo strano ibrido sonoro, che pesca a piene mani dall’estetica shoegazing (chitarre rarefatte, quasi impalpabili, ultra-effettate…) e dal suono sognante si scuola 4AD, ma che allo stesso tempo vorrebbe far ballare. Cari Kiss Me Deadly, mi sa che non ci siamo proprio.
Nei momenti in cui vorreste commuoverci con le vostre dolci melodie, suonate come la copia di una brutta copia di un qualsiasi gruppo minore della breve stagione del dream-pop di quindici anni fa. Quando pensate di scuoterci con il lirismo rock di certe intuizioni dal discutibile gusto epico, finite per suonare come una copia sbiadita degli U2 (sic!). E non è un complimento.
E poi: parliamoci chiaro…veramente credete che ci dovremmo alzare dalla sedia, e ballare su quelli che voi considerate i brani più “dance”? Come volete che ci scuota, basso timido timido? Non basta un ritmo un tantino più sostenuto, per far ballare la gente, miei cari. Con queste canzoncine qui al massimo ci farebbe battere un po’ il piede a tempo. Per far smuovere i culetti alla gente ci vuole groove. Ci vuole fisicità. E voi sembrate una sorta di Blondie insipidi, privati la carica erotica di Deborah Harry. E, sarete d’accordo, di un gruppo che suona come dei Blondie da azione cattolica non se ne sente affatto la mancanza.
Cari Kiss Me Deadly, a mio personalissimo parere dovreste sfruttare l’imminente inverno canadese per schiarirvi le idee, prima di riproporci un altro minestrone così indigesto. Fatelo per noi. Grazie.
Autore: Daniele Lama