Sono al terzo capitolo musicale per un disco che rivela la distillata essenza della band. Un Cd dove l’istinto viene rappresentato da un’alternarsi di ritmi dal punk-rock all’elettronica. All’ascoltatore la scelta dell’artowok ed il titolo del lavoro.
Incontriamo Marzia Stano degli Jolaurlo: racconta l’istinto in “Meccanica e Natura“.
Meccanica e Natura (2011 – Irma records) è un lavoro dove l’interazione con il pubblico assume un ruolo fondamentale.
Assolutamente si. Non solo perchè materialmente il pubblico ha prodotto l’album, ma soprattutto perchè nei 4 anni di pausa discografica avevamo contemplato l’idea di scioglierci ed è stato grazie ai messaggi dei fan, alle loro continue richieste di brani nuovi, e al loro calore sperimentato durante l’ultimo concerto del tour, di cui si conserva una video-traccia sul web grazie al live-clip del brano “Annarella”, estratto dal concerto fatto al TPO a Bologna, prima della lunga pausa.
Dove risiede questa scelta?
A seguito del lungo tour che ha seguito l’uscita del secondo disco, una serie di circostanze ci hanno condotto alla scelta e alla necessità di trovare una nuova etichetta e una nuova agenzia di booking. Ci siamo ritrovati soli in un periodo difficile sia per la band che per la nostra etichette indipendente. E’ stato a qual punto che abbiamo deciso di ricominciare da dove di solito un disco finisce, dalle cuore e dall’affetto del pubblico!
Partendo dai vostri “padri sonori” ritenete che notevoli siano state le influenze sonore di band come Devo e Ultravox?
Siamo senza dubbio figli di quella scuola, aggiungerei anche Talking Heads, che io personalmente adoro e che probabilmente a livello inconscio mi hanno influenzato musicalmente, ma credo che questi riferimenti siano molto più evidenti nel live che sul disco. Jolaurlo in definitiva ha sempre amato cambiare sound e direzione artistica in ogni capitolo discografico. Quest’ultimo per esempio è stato affidato in parte all’esperienza di Ale Bavo (Casa Sonica- Torino), mentre il mastering lo abbiamo affidato a Mike Marsh, che ha lavorato con Chemical Brothers, Prodigy, The XX, Depeche Mode, Massive Attack etc etc. Per noi è sempre bello e stimolante lavorare con persone diverse e in città diverse per farle entrare nel nostro caotico ma sincero modo di fare musica.
A chi è rivolto il brano Polistirolo?
Polistirolo è un brano autobiografico, parla di me, ma si rivolge anche a tutte le persone che sembrano forti, imperturbabili e che spesso svolgono nella vita un ruolo trainante, di protezione verso gli altri, ma che in verità sono molto più fragili di quel che sembra. Il Polistirolo è un materiale sintetico, candido, resistente all’acqua, agli urti, al freddo e al caldo, ma basta una pressione nel punto giusto per romperlo in mille pezzi.
Mentre per Banale?
Banale è un pezzo ironico che si prende gioco della società in cui viviamo. Parla di una ragazza un po’ fuori dalle righe, che per via del suo carattere ne ha passate tante, belle e brutte ma ad un certo punto della sua vita dice, sarcasticamente, basta…Voglio essere banale, almeno per un giorno.
Sarah Fornito dei Diva Scarlet partecipa a questo disco, com’è avvenuto l’incontro?
Ci conosciamo da diversi anni, ma siamo diventate amiche di recente. Ci stimiamo artisticamente e il nostro percorso un po’ si assomiglia. Ho pensato a lei per una collaborazione sul brano “Senza paura” perché la sua timbrica in alcune frequenze si confonde con la mia, pur essendo due persone diverse con voci diverse. Questo aspetto sinteticamente racchiude un il senso del brano, essere “simili nelle differenze”.
Il testo infatti verte sulla libera espressione della propria sessualità, sull’abbandono delle mille paure che intrappolano, purtroppo, ancora molte persone nelle bugie e nell’infelicità, perchè non si sentono libere di amare chi hanno scelto di avere accanto.
Come e dove nascono le vostre canzoni?
Ogni brano ha una storia diversa. In treno, in macchina, al cinema se il film è poco interessante. Le musiche le componiamo nell’home studio di Mauro (tastierista e programmatore) o di Gianni (chitarrista e programmatore), oppure nella nostra sala prove, un garage sotterraneo e polveroso nella periferia di Bologna.
Autore: Patrizio Longo
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