Il suono dilatato, il volume potente ed il ritmo molto serrato ed incalzante di questa band ci avvolge e ci trascina per i capelli in una dimensione parallela, in cui una volta entrati è necessario lasciarsi andare con un sorriso ebete stampato sul volto, per proteggersi e non cedere invece ad una crisi di panico dinnanzi alla visione capovolta, fluorescente, psichedelica e disinibita, in cui cose e persone non hanno più peso e tutto è avvolto nel fumo dell’erba, e le indicazioni su cosa aspettarsi, in fin dei conti sono tutte lì, nel titolo dell’album innanzi tutto, e poi disegnate sull’esplicita copertina che spiega in simboli quali sono i valori della band di Venezia.
Molto interessante, in questo trio italiano formato da Alessandro (basso e voce), Marco (batteria) e Emanuel (chitarre), l’inafferrabilità e la difficoltà di catalogazione precisa, poiché certamente trattasi di stoner rock, ma la forte componente hard psichedelica confonde le acque, consegnandoci una band che in Italia ha pochi pari (al limite i più violenti Ufomammut e Morkobot), e che ci sentiamo semmai di paragonare a gruppi stranieri come Monster Magnet, Year Long Disaster, Slo Burn e Fu Manchu.
Una nota di merito al cantante, impeccabile, la cui voce riverberata, in ‘My Tv, my Sofa, my Food’ è diabolica ed esaltante, mentre magari il suono della batteria, a volte leggermente “cartonato”, pur dando un inconfondibile effetto seventies – magari voluto… – sembra scontato.
Molti brani variano il registro sonoro al loro interno con lo scorrere dei minuti, come dicevamo in precedenza, dal rock duro verso atmosfere più dilatate (‘The Pool Song’), ma la vocazione della band è senz’altro la sintesi – i brani hanno quasi sempre la giusta durata, sotto i 4 minuti… – e soprattutto il rumore, e tra le cose migliori c’è ‘Hope’, che fa pensare ad un lupo inferocito sulle tue tracce, nel bosco, di notte.
La bonus track, in coda al disco, conferma semmai una leggera ripetizione del suono basso e slabbrato che la band potrebbe anche provare ad arricchire in futuro, senza necessariamente perdere l’impatto. Disco che piacerà anche a chi ascolta metal, questo Hash and Pornography, ne siamo sicuri.
Autore: Fausto Turi