Con questo quinto disco il trio di Chicago continua il suo percorso artistico restando fedele ai generi da cui proviene: post rock e math rock. Si tratta, come per i dischi precedenti di musica di ottima qualità, dato che i tre musicisti non sono di primo pelo, ma al contrario hanno fatto la storia del genere, in quanto il cantante-chitarrista-tastierista è Justin Sinkovic, che ha già militato nei Thumbnail e negli Atombombpocketknife e il bassista è Patrick Morris, che ha fatto parte dei Don Caballero, alla batteria siede Adam Reach. Registrato nel mitico studio di Steve Albini, Electrical Audio’s Studio da Greg Norman, ma masterizzato dal bassista degli Shellac, Bob Wetson il disco è tutto un sali-scendi di ritmiche, talvolta in modo geometrico, altre in modo sinuoso. La title-track è piuttosto rallentata e riflessiva, a differenza di “Consequences of Memory” caratterizzata da chitarre arrovellate e in crescendo, tanto a evocare i June of ‘44, allo stesso modo del rock largo e con schegge di post-punk di “All These Kids”. Eccitante è invece “The Joy Amber Scam” per le circolarità castrate e martellanti, ma che ripartono subito, restando tesa, ma non troppo. Un disco senza sbavature e da playlist…almeno per il sottoscritto!
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autore: Vittorio Lannutti