I tempi cambiano come lo stesso Zimmerman aveva cantato all’inizio della sua carriera, ma per il menestrello di Duluth, a 68 anni suonati e dopo 46 album, la necessità di restare legato alle proprie radici resta una necessità vitale, forse fisiologica. Prodotto da Kack Frost, “Together Trough life” si ascolta con molto piacere, quasi come un classico del blues. Le dodici note, infatti fanno da sfondo e sorreggono tutti i dieci brani, tra i quali c’è la cover di Willie Dixon “My wife’s home town”. Per quest’ultimo lavoro Dylan si fa accompagnare, tra gli altri, da due vecchi amici: Mike Campbell alla chitarra e al mandolino (pilastro degli Heartbreakers di Tom Petty) e dal chitarrista dei Los Lobos David Hidalgo, che suona anche la fisarmonica. L’iniziale “Beyond here lies nothin’” ci porta negli ambienti messicaneggianti e folk del blues dei lupi, mentre la suite-ballad “Fogetful heart” riporta alla mente le arie di “Oh mercy”. Altre due caratteristiche fondamentali di questo disco sono le ballate e poi, in certi brani, un po’ di ripetitività negli arrangiamenti, che possono stancare o trasportare l’ascoltatore nei meandri della riflessività e nel recupero delle radici dylaniano. Ovviamente io propendo per quest’ultima opzione. Anche perché, quando il ritmo si scalda per “Shake shake mama” e per “It’s all good”, ti rendi conto di quanto il rock invecchiato non abbia nulla da invidiare alle “next big thing” del cavolo.
Autore: Vittorio Lannutti