Già il rock & roll soffre di alterna salute ed ecco che a dargli il definitivo colpo di grazia, arriva Mylo, il quale impunemente dichiara di volerlo distruggere! Una dichiarazione d’intenti che è poco più di uno scherzo, visto che Myles MacInnes – questo il suo vero nome – quasi nulla ha da spartire col sopramenzionato genere, essendo egli un Dj ed un esperto manipolatore di Pro-Tools e macchine elettroniche varie. Non un “distruttore”, quindi, ma senz’altro lo si può definire un abile intrattenitore. La grazia con cui “riassembla” gli input sonori del suo background musicale, denota una malizia che rasenta la perfezione. Là dove le prime “liquide” tracce del cd (“Valley Of The Dolls”, “Sunworshipper”) rimandano direttamente a “Moon Safari” degli Air, intensificandosi i beat, salgono prepotentemente anche le qualità del nostro. Impossibile, infatti, che in qualsiasi dancefloor del globo, l’elctro-funk di “Drop The Pressure” non scateni un isteria collettiva. Meglio ancora fa la successiva “In My Arms”, un vero tormentone schiacciasassi, costruito sul riff di “Bette Davis Eyes” (mica poteva mancare un richiamo agli anni ’80, no?). Altrove si passa dall’elegante citazionismo “princiano” di “Guilty Of Love” al “daft-funk” di “Ottos Journey”, andando così ad infoltire, la sequenza di brani dal sicuro appeal. Sarà anche un gran “paraculo” Mylo ma di classe!
Autore: Luca Mauro Assante