Qualcuno ha voluto sottolineare il fatto che Glenn Branca è presumibilmente il primo compositore post-moderno, con la premessa incisa quindi che le ultime composizioni dei maestri della musica contemporanea e minimale, i Reich, Glass, La Monte Young, Ashley ed altri tracciassero un solco netto con tutto quello che ne sarebbe venuto.
Piuttosto invece la composizione “Lesson No.1 for Electric Giutar” pubblicata nell’80’ e qui ristampata, ne riproduce le dissonanze seriali e ripetitive trasportate pari pari in una composizione rock, attraverso l’utilizzo degli strumenti che ne caratterizzano l’entità. Ecco allora l’utilizzo delle due chitarre mandate in feedback, di basso, batteria, sintetizzatori ed organi, modificate per le nuove forme sinfoniche dirette discendenti sia dei compositori di cui sopra sia di ben altra trascendenza, frutto delle giovanili passioni di Glenn per le composizioni avant-garde di Hendrix, Yardbirds, 13th Floor Elevator.
Come per “Dissonance” realizzata nello stesso periodo e con le medesime intenzioni nel riprodurre modelli ripetitivi condotti attraverso le dissonanze delle chitarre e dei clusters mandati in loop.
Spostato in avanti di due anni esce “Bad Smells” senza mutarne la formula più del necessario, colonna sonora per un balletto realizzato dall coreografo Twyla Tharp, con le chitarre ancora in primo piano che ne sottolineano la dinamica incalzante ed enfatica, capitolo fondamentale nelle composizioni e negli atteggiamenti mediatici di numerosi gruppi a venire.
Autore: g.ancora